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  • Lina Souloukou: 'Dall'Olympiakos al board dell'Eca, così noi donne possiamo cambiare il calcio. In Italia...'

    Lina Souloukou: 'Dall'Olympiakos al board dell'Eca, così noi donne possiamo cambiare il calcio. In Italia...'

    • Marco Demicheli
    Donne al potere. Anche nel calcio. Nell’ultimo periodo la più discussa, e vincente, e’ sicuramente Rafaela Pimenta, procuratrice brasiliana che ha ereditato gli affari di Mino Raiola, ma tra le top che hanno riscritto la storia recente del mondo del pallone possiamo tranquillamente inserire anche Marina Granovskaia, ex dirigente tuttofare del Chelsea di Roman Abramovich. 

    Noi, qui, su Calciomercato.com, vogliamo puntare i riflettori su un’altra figura di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro: Lina Souloukou. Chiare origini greche, ex CEO dell’Olympiakos. Attualmente ancora nel board dell’ECA. Recentemente ha partecipato alle premiazioni del Golden Boy a Torino, dove proprio la Pimenta si è consacrata come miglior agente del 2022. 

    So che suo padre era un portiere, quindi credo che lei sia cresciuta fin da bambina in una famiglia dove il calcio era all’ordine del giorno. Che ruolo ha avuto durante la sua infanzia? Come l'ha influenzata?
     
    Sì, mio padre era un portiere semi-professionista e quindi, fin da quando ho memoria, ero sempre allo stadio o sul campo, accanto a lui a guardare il calcio, ma dovete sapere che il calcio femminile a quel tempo in Grecia quasi non esisteva. Così, quando lo vedevo recuperare palloni, pensavo che avrei dovuto giocare a pallavolo. Ho giocato a pallavolo a livello professionistico in Grecia fino a raggiungere la nazionale. Ho avuto una carriera sportiva che si è conclusa abbastanza presto, perché ho deciso di intraprendere un percorso di studi di legge all'età di 20 anni. In realtà, lo sport è la mia vita, quindi è naturale che quando mi trovo in questo ambiente sia una parte importante della mia vita. 
     
    Lei ha avuto un'esperienza come amministratore delegato dell'Olympiakos, mi parli un po' di come è stata questa esperienza, se ha raggiunto qualche obiettivo specifico o qualcosa di cui è particolarmente orgogliosa.
     
    È stata una grande esperienza nel complesso, sono davvero felice di aver potuto far parte della famiglia dell'Olympiakos in tutti questi anni. Quando il signor Marinakis (il proprietario dell'Olympiakos) mi ha affidato questo ruolo nel 2018 non ho potuto dire no. Era un periodo difficile per il club, perché eravamo rimasti per due anni di fila senza vincere alcun titolo e la squadra era in difficoltà a livello di prestazioni. Marinakis decise di apportare alcuni cambiamenti strutturali e mi nominò in questo ruolo insieme al nuovo allenatore di allora Pedro Martins, a Francois Modesto, attuale direttore sportivo del Monza, e naturalmente a Christian Karembeu. In quel periodo abbiamo fatto molti cambiamenti strutturali, dalla procedura di reclutamento al modo in cui il club operava a tutti i livelli. Siamo orgogliosi di aver vinto tre campionati greci di fila, una Coppa di Grecia, di aver partecipato due volte alla fase a gironi della Champions League e di aver ottenuto alcune prestazioni notevoli a livello europeo, eliminando l'Arsenal all'Emirates e il Milan durante le partite di Europa League. Siamo anche riusciti ad apportare alcuni cambiamenti nell'Accademia, facilitando lo sviluppo e la transizione dei giocatori verso la prima squadra, ad esempio introducendo una squadra under 23, un reparto prestiti, ecc. 
    Allo stesso tempo, senza compromettere le prestazioni del club, siamo stati in grado di sviluppare giocatori di talento e di effettuare alcuni trasferimenti significativi verso campionati e club importanti come Liverpool, Wolves ecc. È stata una grande esperienza e sono grata al signor Marinakis e alla sua famiglia per aver dato a me, una donna dirigente, un ruolo così importante in un club così grande e anche a tutte le persone con cui ho lavorato e, naturalmente, ai tifosi dell'Olympiacos che hanno sempre sostenuto i nostri sforzi.
     
    Lei ora fa parte del consiglio di amministrazione dell'ECA: come sta andando questa esperienza? Quali sono le sue sensazioni?
     
    È un'esperienza fantastica ed unica, perché nel 2019, quando sono stata nominata come prima rappresentante della diversità nel consiglio di amministrazione dell'ECA, ho avuto la possibilità di condividere il tavolo del consiglio di amministrazione con persone davvero importanti nel mondo del calcio come il nostro presidente Nasser Al Khelaïfi (PSG), Ferran Soriano (Manchester City Football Group), Miguel Angel Gil (Atletico Madrid), Dan Friedkin (Roma), Edwin van der Sar (Ajax), Darius Mioduski (Legia Warszawa), Ali Koc (Fenerbache), Alessandro Antonello (Inter) e all'epoca anche con Ivan Gazidis e Raul Sanllehi. Tutte queste persone sono davvero vincenti e brillanti in ciò che fanno ad altissimo livello ed è un'esperienza straordinaria perché si può imparare molto da loro. Ma si può anche vedere quanto siano aperti e favorevoli al potenziamento della rappresentanza femminile nell'industria del calcio. 
    È davvero importante per il lavoro progressivo e costruttivo che l'ECA svolge costantemente, in quanto unico rappresentante di quasi 250 club calcistici europei. 
     
    Per quanto riguarda il suo futuro, si vede a lavorare in un club italiano?
     
    L'Italia è un grande Paese. Un Paese che ama il calcio e il calcio significa davvero molto per i tifosi italiani che sostengono con passione le loro squadre. Detto questo, credo davvero che sia un mercato molto interessante che ha ancora un enorme potenziale di crescita ed è bello vedere che non sono solo io a dirlo, ma che stanno arrivando grandi investimenti dall'estero. Credo davvero che questa diversità che porta una proprietà internazionale, un management internazionale e le idee calcistiche che stanno portando, insieme ai valori e alla storia delle persone italiane che lavorano nel settore, possano essere la forza trainante di una grande storia di successo.

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