E' stato presentato come il super Clasico, la partita delle partite. Di fronte le due squadre più forti del mondo, il Barça delle meraviglie, contro il nuovo Real Mou, che in questa stagione non aveva ancora conosciuto la parola sconfitta. Soliti sfottò pre partita, le accuse, le polemiche sull'arbitro e via dicendo. "Quest'anno con Mou sarà diverso" dicevano a Madrid. E invece..e invece no. Ancora Barça, sempre Barça. Un dominio che dura ormai da 3 anni. Con merito. I cinque gol del Camp Nou resteranno nella storia madridista uno sfregio senza precedenti. Una sconfitta che fa più male ancor più del 6-2 incassato al Bernabeu due stagioni fa. Perchè ieri c'era il comandante Mou, l'elimina Barça,il messia che aveva regalato gioco e identità al Madrid. Cinque a zero e una manita, quella manita finale che in Spagna vale più di qualsiasi altro sfottò.
Mai una squadra di Mourinho aveva perso così tanto. Un'umiliazione che lascerà il segno anche dentro di lui, al di là delle dichiarazioni post partita. Zeru gol, special zeru. Ieri è stato il ko del Real, ma anche il suo. Certo, si può avere una serata storta, ha l'attenuante di avere tra le mani una squadra in costruzione. E in più non poteva contare sull'infortunato Higuain (ernia al disco?). Ma se si perde così, tirando una sola volta in porta, nella partita più importante dell'anno, le colpe non sono solo del caso o dei giocatori. Il Barcellona gioca in quel modo da anni, si sapeva, lo sapeva. E da uno come Mou, attento ai particolari, ci si aspettava qualcosa di più. Inspiegabile il cambio di Lass, a inizio ripresa, con il Real sotto di due gol e potenzialmente ancora in gara.
Ma Mourinho non era il più atteso. C'era anche un certo Cristiano Ronaldo, che arrivava al Camp Nou da Pichichi. Solo due settimane fa aveva ridicolizzato la coppia di centrali del Barça in un Portogallo-Spagna, ieri si è visto solo per una polemica inutile con Guardiola. Messi ha stravinto la sfida nella sfida, con un palo e due assist. Il grande campione fa la differenza nelle grandi partite. Nelle giocate e nell'atteggiamento. Messi questa volta non ha segnato, ma ha lasciato il segno. Villarreal, Almeria o Real. Lui c'è sempre. Ronaldo no.
Xavi-Iniesta e Ramos-Benzema sono gli altri due volti della notte del Camp Nou. Il Barça come spesso accade ha vinto la partita in mezzo al campo, grazie all'uomo di Tarragona e a Don Andres (da Pallone d'Oro?). Ancora una volta la cantera ha avuto la meglio sulla cartera, gli acquisti costosi di Xabi Alonso e Ozil. E Benzema. Impalpabile, mai pericoloso. E' davvero un giocatore da Real Madrid? La stessa domanda vale per Sergio Ramos. Le qualità non si discutono, il suo comportamento si. L'espulsione nel finale di ieri per il calcione a Messi e la manata a Xavi è la decima in 175 partite di Liga in merengue. Lo stesso numero di cartellini rossi di Hierro. Ma in oltre 400 partite.
Su le maniche Mou. La Liga è ancora lunga, niente è deciso. Ma il Barcellona è ancora la squadra da battere.