E' successo anche alla Pulce sabato. Il Barcellona non riesce a perforare il muro del Siviglia. Poi nel recupero la grande chance: rigore! Sul dischetto si presenta lui, Messi. Una garanzia? Col cavolo. Javi Varas intuisce, para. I giocatori andalusi esultano, il mago del Barça si contorce in una smorfia di disapprovazione. Finisce 0-0 e per una volta l'argentino fa la parte del pollo. Succede anche ai migliori.

 

E succede anche a degli illustri sconosciuti di essere primi in classifica. Andy Warhol sosteneva che a tutti erano concessi 15 minuti di gloria. Il piccolo Levante si è preso addirittura due mesi. Niente male per una squadra di provincia, la terza dei sobborghi di Valencia. Un gruppo fatto di vecchi considerati bolliti, scarti, carneadi del pallone a spicchi. Ieri sera al Madrigal Ballestreros e compagni potevano entrare nella storia del club. Bastava battere il Villarreal per conquistare la cima della Liga. Praticamente l'Everest per una squadra che fa della salvezza il proprio obiettivo. E invece è avvenuto il miracolo: Giuseppe Rossi e gli altri campioni del Villarreal annichiliti. Stroncati dal super Levante, capace di rifilare un secco 3-0 a una squadra che fa la Champions League. Roba da film.

 

Quanto durerà la favola Levante? Fosse per noi, sempre. Ma occorre aprire gli occhi. Se il Barça paga la giornata storta di Messi, da dietro arriva come un treno il Real Madrid dei "cattivi" José Mourinho e Cristiano Ronaldo. Antipatici? Forse, ma vincenti. Il 4-0 in 35 minuti sul campo del Malaga è un segnale lanciato a tutta la Spagna: quest'anno a Madrid hanno una marcia in più. Guardiola è avvisato.