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Lichtsteiner ala da paura per Allegri, ma con Higuain a Londra sarà un'altra Juve
I biancocelesti non meritavano di perdere, ma nelle loro gambe (e anche nella testa) hanno pesato i 120 minuti della semifinale di Coppa Italia persa con il Milan. Tuttavia - per chiarire quanto il gol della Juve si sia collocato fuori da un contesto logico - va detto che è arrivato a quindici secondi dalla fine del recupero (3 minuti, poi portati a 5.30”) e da un pallone buttato dentro l’area da Rugani, il meno attrezzato quando si tratta di far viaggiare la sfera verso i compagni. Il suo è stato un mezzo rilancio sul quale Dybala è stato abile come un rapace. Prima ha catturato palla, poi ha saltato un avversario in tunnel e infine, a sorpresa, ha vinto il corpo a corpo con Parolo, chiudendo con un sinistro in caduta.
Grande gol - e pesantissimo - per una piccola partita e una piccolissima Juve. Allegri aveva così tanta paura della Lazio da aver riesumato l’anacronistico 3-5-2, mai utilizzato quest’anno. Contro il Crotone, infatti, i bianconeri si schierarono con una difesa a tre, ma non con cinque centrocampisti. E la scelta è parsa così cervellotica anche all’allenatore da aver partorito, alla mezz’ora del primo tempo, una sorta di nequizia tattica: 4-3-3 con Lichtsteiner - dicesi Lichtsteiner - esterno alto a destra, come se fosse Cuadrado o Bernardeschi, mentre esterno basso a destra giocava Barzagli. Sinceramente ho pensato che se la Juve avesse perso, Allegri sarebbe stato lapidato (metaforicamente, è ovvio) dalle critiche. Tanto più che Lichtsteiner è rimasto in campo anche nei primi undici minuti della ripresa.
Se la squadra, con l’ingresso di Douglas Costa per lo svizzero, è diventata più logica, di certo non è migliorata la manovra o è fioccata qualche occasione da rete. Bloccato Pjanic, sempre pressato dai laziali, il gioco bianconero si è impaniato nelle due linee difensive dei laziali. Al contrario, nel primo tempo, la Juve aveva sofferto il pressing (l’andare a “prenderli alti”, come gridava Simone Inzaghi dalla panchina) nel quale eccellevano Parolo (boccheggiante alla fine) e gli esterni: Lulic, inusualmente a destra, causa forfait di Basta all’ultimo, e Lukaku a sinistra.
Una partita brutta e noiosa è stata anche mal arbitrata da Banti che non ha assegnato un rigore per parte. Prima (5’) ha evitato di punire un fallo (intervento da tergo su gambe e corpo) di Lucas Leiva su Dybala. Poi (18’ della ripresa) non ha fischiato un intervento falloso e scomposto di Benatia su Lucas Leiva. Per me resta strano che il Var non abbia segnalato a Banti la necessità di rivedere le due situazioni. Evidentemente siamo in presenza di un’inversione di tendenza: si “riguarda” sempre meno e, a mio giudizio, si è tornati a sbagliare di più.
Davvero vicino al gol non è andato nessuno se si escludono due opportunità, entrambe di testa. Mandzukic (assai malconcio) ha alzato da pochi metri una punizione-assist di Pjanic (9’). Milinkovic-Savic, invece, ha impegnato Buffon (parata a terra) su cross di Luis Alberto (20’).
Adesso la Juventus vola a Londra, dove dovrà ripetersi, almeno a livello di risultato, per proseguire la sua strada in Champions. Giocando come con la Lazio, non ha nessuna speranza. Ma, forse, recuperando Higuain e schierando il 4-3-3 con Douglas Costa e Dybala, è possibile ritrovare maggiore brillantezza davanti. L’importante è che la difesa (all’Olimpico preservato Chiellini) non subisca come all’andata. Tra tutti i risultati possibili, il 3-3 mi sembra il meno probabile.