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Li ha lanciati quasi tutti, ora deve riportarli al top: chi è de la Fuente, il nuovo ct della Spagna
CHI E' - de la Fuente è della comunità autonoma di La Rioja, nel nord della Spagna, più precisamente di Haro, un comune che conta poco più di 10mila abitanti. La sua carriera da calciatore, terminata nel 1994 all'Alavès, si è consumata tutta nelle fila dell'Athletic di Bilbao, con una sola parentesi di quattro anni al Siviglia. La lunghissima militanza nella formazione basca - con in bacheca un paio di campionati e di coppe nazionali tra il 1982 e il 1984 - significa che de la Fuente conosce benissimo l'importanza di lavorare sui giovani (ricordiamo che l'Athletic ha in rosa solo ragazzi cresciuti nel vivaio della società, per la stragrande maggioranza baschi). Il suo percorso da allenatore, almeno agli inizi, ha ricalcato quello da giocatore: prime esperienze in terza divisione basca, poi l'occasione con le giovanili dell'Athletic e la chiamata da parte della prima squadra dell'Alavès. Esonerato, è ripartito nel 2013 dalle giovanili della Nazionale, svoltando di fatto la sua carriera.
NEL MECCANISMO - La Spagna, che allora era reduce da due Europei e un Mondiale vinti consecutivamente, aveva una struttura consolidata anche a livello di giovanili. De la Fuente si è inserito nel solco e i risultati non hanno tardato ad arrivare: un Europeo Under 19 in Grecia nel 2015, la vittoria ai Giochi del Mediterraneo nel 2018, lo scintillante successo con l'Under 21 agli Europei in Italia nel 2019 e un argento alle Olimpiadi nel 2020 a Tokyo. Curiosità: anche lui, come Luis Enrique, ha rinunciato a Sergio Ramos, all'epoca in qualità di fuoriquota, per la selezione olimpica. Una scelta di continuità, insomma, ma qualcosa andava cambiato e il nuovo tecnico è l'ideale per gestire il nuovo corso: le squadre di de la Fuente hanno sempre goduto di molte alternative al canovaccio principale del tiki taka, sia con il gioco profondo sulle fasce che con la verticalità e risorse come la palla diretta al centravanti e i tiri dalla media distanza. La RFEF ha molta fiducia nel nuovo allenatore.
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