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Lezione di calcio al Napoli: così il Milan può davvero vincere la Champions
MAIGNAN E' IL PORTIERE PIU' FORTE NELLA STORIA DEL MILAN
LEZIONE DI CALCIO - Il calcio è l’unico sport in cui in una partita, o al massimo due nel caso dell’eliminazione diretta, può vincere la squadra meno forte. Non è un caso, infatti, che in campionato il Napoli stia volando verso il suo terzo scudetto dopo aver seminato tutti, compreso il Milan in lotta per difendere il suo quarto posto, a meno ventidue punti dalla capolista. E’ questa la prima, più generale, lezione della notte della notte del “Maradona”, cui ne segue una più particolare ma non meno importante. Perché non basta attaccare di più, con tanto di superiorità nel possesso-palla, se poi non si è precisi sotto porta. Si può segnare e vincere anche con il tanto vituperato contropiede, che può essere spettacolare e decisivo se realizzato alla perfezione dai rispettivi interpreti. E qui veniamo ai grandi meriti del Milan che subisce soltanto in apparenza la grande voglia di rimonta del Napoli.
MILAN, E' LA NOTTE DI LEAO. MA PER IL RINNOVO CI SONO ANCORA 'COSE DA SISTEMARE'
SUPER KJAER - Nemmeno il tanto atteso rientro di Osimhen regala inizialmente alla squadra di Spalletti il gol della speranza, perché Kjaer è un gigante che guida la difesa rossonera con un tempismo coraggioso e attorno a lui Tomori al centro, ma anche Calabria ed Hernandez sulle fasce si superano per limitare gli spunti dei loro dirimpettai Kvaratskhelia e Politano. A poco serve la spinta di Lobotka, Zielisnki e Ndombele, e a nulla servono i quattro calci d’angolo nei primi 6’ perché al momento del dunque c’è sempre un rossonero che devia le conclusioni degli avversari e la prova dell’inconsistenza offensiva del Napoli è il lavoro di ordinaria amministrazione di Maignan, mai impegnato severamente.
GIROUD SBAGLIA - Compatto in mezzo al campo grazie allo straordinario lavoro di Tonali e Krunic, con l’aiuto del generosissimo Bennacer, al grande merito di difendersi alla perfezione il Milan aggiunge quello di ripartire in velocità e appena lo fa Leao si guadagna un rigore per un intervento di Mario Rui. Sembra la svolta della partita e della qualificazione, ma Giroud che dal 2012 non aveva mai sbagliato nelle precedenti diciassette trasformazioni si fa parare il tiro da Meret. Un episodio del genere a volte favorisce chi scampa il pericolo. Stavolta, invece, non cambia nulla perché Zielinski non angola il tiro facilitando la parata di Maignan e così il Milan può colpire nuovamente in contropiede concedendo a Giroud la possibilità di rifarsi. Come in occasione del rigore, però, il francese sbaglia la deviazione finale permettendo a Meret di respingere con una gamba.
GIROUD RIMEDIA - Già costretto a rinunciare a Kim e Anguissa, squalificati, Spalletti perde contemporaneamente anche Politano e Mario Rui per infortuni, rilevati rispettivamente da Lozano e Olivera. Non cambia nulla a livello tattico, e soprattutto non cambia il copione della partita, perché il Napoli generoso ma impreciso va sbattere prima contro il muro difensivo del Milan e poi si fa infilare per la terza volta dal contropiede rossonero. Leao si supera con uno scatto sulla sinistra e dopo avere aggirato Rrahmani offre a Giroud il pallone dell’1-0 che stavolta il francese devia alle spalle dell’incolpevole Meret.
KVARA SPRECA - Il Napoli avrebbe tutto il secondo tempo per riaprire la partita e la qualificazione, ma come nel primo tempo produce più fumo che arrosto perché aggredire il Milan non basta se poi mancano la lucidità e la precisione al momento del dunque. Pioli risparmia prima Diaz e poi Giroud, inserendo Messias e Origi, mentre Spalletti inserisce Elmas per Ndombele, Ostigard per Rrahmani e Raspadori per Zielisnki, ma non serve a nulla perché all’80’ Kvaratskhelia conferma di non essere più quello dell’inizio della stagione, al contrario di Maignan che devia il suo rigore concesso per un tocco col braccio di Tomori in scivolata su un cross di Di Lorenzo. E così il gol di testa di Osimhen, in pieno recupero, ha il sapore di una beffa per il Napoli, perché arriva troppo tardi per sbarrare la strada della semifinale al Milan.