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Lewandowski: 'Ancelotti come uno zio, ecco cosa penso di Haaland, CR7 e Messi. Non sono un robot, io in Italia...'
"A molti sembra che io sia un robot, ma sono solo umano. Per un attaccante è importantissimo allenarsi ogni giorno, devi studiare i movimenti per essere al posto giusto al momento giusto. E' importante allenare la mente per prendere decisioni con mezzo secondo o poco più a disposizione. Avere talento è importante, ma senza il duro lavoro non puoi giocare ad alto livello per così tanto tempo".
"Penso di essere il miglior centravanti al mondo oggi? Non è una cosa a cui bado, io faccio il mio meglio. Il mio mestiere è fare gol e cerco di farne tanti per aiutare la mia squadra a vincere. Penso di essere tra i migliori da anni, forse sono il migliore, di sicuro vorrei esserlo". "Il Pallone d'Oro non è un mio obiettivo, ho vinto il Fifa Award e l'Uefa Best Player che significano molto. Se qualcuno pensa che un polacco non possa vincere il Pallone d'Oro è un suo problema, non mio. Non è detta l'ultima parola e sarebbe una gran cosa vincerlo, ma sarei felice anche se non dovessi vincerlo".
"Messi e Cristiano Ronaldo sono al vertice da tanto, ora posso invitarli alla mia tavola. Credo di potermi sedere e parlare di calcio con loro perché è la nostra passione e io l'anno scorso ho vinto tutto".
"Haaland è il mio erede? E' un giovane di talento, ha un grande futuro davanti a sé. E' all'inizio del suo viaggio e non importa come giochi quando inizi, ma quando hai smesso di essere il più giovane del gruppo. Ha 20 anni e tanto talento, ma ancora tanto duro lavoro da fare. Parliamo dopo la partita quando giochiamo contro, ma non a lungo. Mi ha chiesto come io sia riuscito a segnare così tanto, gli ho risposto che cerco di fare del mio meglio. So che ha lo stesso obiettivo, ma è molto giovane e deve essere pronto a tenere il passo. Nel calcio non conta solo quello che succede in campo, ma anche quello che ci gira intorno. Forse tra qualche anno sarà al massimo livello: è partito benissimo, ma deve convivere con aspettative altissime".
"Klopp è il tipo di allenatore che cerca di essere anche tuo padre, ma allo stesso tempo ti sprona a fare sempre meglio. Guardiola è incredibile come tattico. Ancelotti è come uno zio, sempre disponibile al dialogo e ad aiutarti a costruire la tua autostima, capisce cosa può portare il calciatore a fare la differenza".
"Nagelsmann? Non ci siamo ancora parlati e non lo conosco personalmente, ma credo che possa essere un buon allenatore. Mi sembra uno capace di tirar fuori le migliori qualità dalla squadra perché quelle che ha allenato hanno sempre giocato al di sopra delle loro possibilità, quindi deve essere molto bravo anche come tattico".
"Sarebbe più facile o difficile segnare in Serie A? Di sicuro avrei più partite che in Bundesliga: 38 contro 34. In Champions League ho segnato anche contro squadre italiane. Non so cosa riuscirei a fare giocando nel vostro campionato, dipenderebbe anche dalla squadra. Forse non sarebbe facile segnarne tanti perché è una lega molto tattica con molta attenzione alla difesa, in realtà non ci ho mai pensato davvero".
"La notte in cui vinci la Champions è quella in cui si avverano i tuoi sogni, è qualcosa per cui ho lavorato per anni e ho avuto la conferma che il duro lavoro paga". "Le mie favorite per gli Europei sono Francia, poi Inghilterra e una tra Italia e Germania. Noi della Polonia giocheremo contro Spagna, Svezia e Slovacchia: ci aspettiamo di superare il girone".