Fertilità. A questo penso vedendo Pirlo disegnare calcio. La tecnica non invecchia, così come la palla non suda. Pirlo la fa correre come nessuno sa fare. La fa correre da vent’anni lungo corridoi che solo lui riesce a immaginare, aprendo varchi laddove chiunque altro non vede che gambe. Pirlo ha la chiave del gioco, riesce a decodificarlo, quasi fosse Nio, “l’eletto” di Matrix capace di schivare ogni pallottola. La sua fantasia va oltre i comuni limiti e trova sempre la strada sgombra. E con la tecnica esegue ciò che l’istinto ed il pensiero riescono ad intuire. Il calcio di Pirlo, appunto, e’ velocità di pensiero e tecnica, con la prima qualità compone, con la seconda esegue. La musica sul campo lascia senza fiato, supera il tempo, da un senso allo spazio. Anche tra 30 anni quella musica risulterebbe attuale. Capita soltanto ai grandi geni. Godiamo del gioco di Pirlo, in futuro potrebbe mancarci. Moltissimo.
Una settimana fa contro il Monaco performance anonima, mancava di condizione Andrea. Ma se le gambe girano sotto ritmo, tecnica e pensiero sono sempre lì. Stavo giusto pensando “oggi non è in partita” ed ecco una traiettoria improvvisa; lancio di 50 di metri. Colto con la coda dell’occhio il movimento di Morata, Carvhallo tagliato fuori. Palla servita col contagiri, porta spalancata, Morata steso a terra. Il resto rientra nell’ordinario: il rigore, il gol ed ogni altra giocata. La cosa straordinaria l’ha disegnata un’altra volta Pirlo.