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  • Legrottaglie vota Zac:| 'Capello in B, prego per Silvio'

    Legrottaglie vota Zac:| 'Capello in B, prego per Silvio'

    Nell'ultimo libro del difensore: "Ranieri sfuggente, Mazzone un padre-padrone".
    Legrottaglie dà i voti ai suoi allenatori: "Con me vince Zac, Capello in B".
    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi». Da buon cristiano evangelico, Nicola Legrottaglie applica alla lettera la parabola del Vangelo secondo Matteo, anche agli allenatori che si è trovato alla Juve. Primo diventa così Alberto Zaccheroni, finito settimo dopo aver ereditato a metà la disastrata stagione scorsa, ultimo Fabio Capello, razziatore di due scudetti, pur confiscati. Dietro a Zac, ci finisce anche l'onnipotente Marcello Lippi, vincitore di tutto il creato (del pallone).

    L'ex difensore bianconero, da gennaio al Milan, stila la personale hit nel suo terzo libro, «L'amore vince tutto», dopo che i primi due, sempre dedicati all'intreccio tra fede, calcio e vita, hanno venduto oltre 260.000 copie, cifra rispettabile per il mercato italiano. Nel volume, a cura di Matteo Orsucci (161 pagine, 14 euro, ed. Piemme), ci sono anche Mazzone, Del Neri e De Canio, allenatori con cui Legrottaglie ha bisticciato di brutto. E poi, come nei precedenti due libri, valutazioni ai confini dell'integralismo, su aborto, omosessuali e la situazione palestinese.

    Detto quel che pensa di Carletto Mazzone, «quello con cui ho avuto un rapporto problematico... un padre-padrone», ecco il giudizio su Capello. Uno dal «modo di agire faraonico, proprio per quello che raccontavo in precedenza di Mosè». Mica tanto un complimento, se prima Legrottaglie aveva ampiamente citato la storia biblica sulla schiavitù degli ebrei in Egitto: «Più li tratto male e più si daranno da fare: questo era, per sommi capi, il ragionamento del re egizio». Come nello spogliatoio di Sir Fabio: «Uno di quelli che aveva una propria visione del mondo e su quella tutto lo spogliatoio doveva conformarsi passivamente, adattandosi senza troppe domande, senza se e senza ma. L'ultima parola era la sua. Ed era insindacabile». Dialogo, zero: «Una volta mi sono permesso di chiedere perché non mi facesse giocare mai, e lui mi ha risposto: "Arriverà il tuo turno". Così, secco». Legrottaglie se ne andò dalla Juve.

    Meglio Lippi: «Che rispetto a Capello ha un carattere un po' più aperto. Con lui si può anche chiacchierare». Biblico Zac: «Una persona fantastica, con uno spessore umano notevole... nonostante alla fine non mi abbia fatto giocare». Però parlava: «"Quando mi servirà un difensore, con te posso dormire sonni tranquilli", mi ripeteva». Con Ranieri, invece, funzionava solo sul prato: «Quando cercavo un confronto l'ho sempre visto un poco sfuggente». Non come farà lui, promette, visto che vorrebbe chiudere da giocatore con un'esperienza all'estero e poi fare l'allenatore. Una classifica di uomini, comunque: «Calcisticamente parlando è difficile parlare male di un allenatore come Capello... Però lo dico da cristiano, alla fine, proprio alla fine, non restano i campionati vinti e le Campions disputate e portate a casa... Il giudizio è sull'uomo». Ai lettori quello su Legrottaglie: «Pregare per le istituzioni: anche questo fanno i cristiani... Non mi interessa se (il governo) è di sinistra o di destra. Prego per Berlusconi quando è lui che governa». Salvo poi aggiungere: «Non vado a votare da anni».
     


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