Lega Serie A, FIGC e Coni al Governo: 'Subito una riforma sugli stadi, tempi rapidi e via i vincoli legislativi'
Il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, quello della Federcalcio Gabriele Gravina e il numero uno del Coni Giovanni Malagò hanno inviato una lettera destinata dal Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri Gualtieri, Spadafora e Franceschini per evidenziare il difficile momento che sta vivendo il calcio italiano e lo stato di arretratezza delle infrastrutture sportive del nostro Paese rispetto al contesto europeo. La comunicazione al Presidente Conte è stata accompagnata dal Rapporto Monitor Deloitte (in allegato) che propone le azioni ritenute fondamentali per avviare le necessarie opere di rinnovamento degli stadi in Italia, senza che vi sia alcuna richiesta di fondi per questi interventi, che invece servono proprio per ridurre le barriere agli investimenti privati.
In particolare, si ritiene necessario attivare tempestivamente un confronto con il Governo per:
1) ridurre il numero di autorità competenti coinvolte nel processo autorizzativo, attualmente 6, allineandoci alle best pratiche di mercato (e.g. Germania, dove vengono coinvolte 1/2 autorità a seconda dei casi);
2) comprimere il numero di fasi previste dall’iter autorizzativo, attualmente 7, avvicinandoci alle best pratiche europee (e.g. Germania, 2 fasi) o alla media europea (5 fasi);
3) rimuovere i vincoli legislativi relativi alla destinazione d’uso delle strutture, in particolare per quanto riguarda il divieto ex-ante di prevedere opere residenziali (limite presente esclusivamente in Italia).
In particolare, si ritiene necessario attivare tempestivamente un confronto con il Governo per:
1) ridurre il numero di autorità competenti coinvolte nel processo autorizzativo, attualmente 6, allineandoci alle best pratiche di mercato (e.g. Germania, dove vengono coinvolte 1/2 autorità a seconda dei casi);
2) comprimere il numero di fasi previste dall’iter autorizzativo, attualmente 7, avvicinandoci alle best pratiche europee (e.g. Germania, 2 fasi) o alla media europea (5 fasi);
3) rimuovere i vincoli legislativi relativi alla destinazione d’uso delle strutture, in particolare per quanto riguarda il divieto ex-ante di prevedere opere residenziali (limite presente esclusivamente in Italia).