Lega in fermento, la proposta: fuori Juve, Inter e Milan dalla Serie A
Svolta o guerra. Il terremoto Superlega ha conquistato prime pagine e dibattiti del mondo sportivo e non solo. Perché all'orizzonte, nelle idee dei dodici club, c'è una rivoluzione totale che taglia fuori una gran fetta di società, realtà minori e squadre di provincia escluse dall'élite del calcio europeo. Una presa di posizione che ha scatenato numerosi reazioni, non risparmiando critiche e accuse. "Quello che ascoltiamo in queste ore sono pensieri che a noi non piacciono" ha dichiarato Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo. "Chi aderisce a questo progetto ha una grande responsabilità perché rischia di uccidere il nostro campionato. Cerchiamo di capire ma si prospetta qualcosa di non piacevole".
LA REAZIONE DEL CALCIO ITALIANO - A lui fanno eco i tanti presidenti delle società di Serie A e non solo. Sì, perché dietro la scelta dei 12 top club - che coinvolge anche Juve, Milan e Inter - c'è il fantasma di campionati nazionali con sempre meno appeal. Il che si traduce, inevitabilmente, in un calo di ascolti televisivi e conseguente riduzione degli introiti dal diritti tv. A ciò si aggiunge, inevitabilmente, l'aumento della forbice tra le big - sempre più ricche - e tutte le altre società, escluse da un format anti-meritocratico, egoista, ma ricchissimo. La Uefa ha preso posizione con un durissimo comunicato, supportata da varie Leghe e Federazioni come Serie A e Figc. La minaccia non lascia spazio a interpretazioni: esclusione da tutte le competizioni, niente campionato né Coppa Italia. Scelta netta e decisa, in contrasto con l'apparente volontà espressa dai 12 club che, nel comunicato di ieri sera, annunciavano: "I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali".
FACCIA A FACCIA - Il calcio italiano, intanto, corre subito ai ripari e intende chiarire la situazione al più presto. Oggi, alle 17.30, è in programma una riunione tra 17 società, big escluse: l'obiettivo è tracciare meglio i confini della Superlega per capire con più chiarezza quale sarà il futuro. Sul piatto, soprattutto, il futuro di Juve, Milan e Inter, con alcune società che potrebbero optare per l'esclusione dai campionati nazionali dei club scissionisti. Ma la guerra è solo all'inizio...
LA REAZIONE DEL CALCIO ITALIANO - A lui fanno eco i tanti presidenti delle società di Serie A e non solo. Sì, perché dietro la scelta dei 12 top club - che coinvolge anche Juve, Milan e Inter - c'è il fantasma di campionati nazionali con sempre meno appeal. Il che si traduce, inevitabilmente, in un calo di ascolti televisivi e conseguente riduzione degli introiti dal diritti tv. A ciò si aggiunge, inevitabilmente, l'aumento della forbice tra le big - sempre più ricche - e tutte le altre società, escluse da un format anti-meritocratico, egoista, ma ricchissimo. La Uefa ha preso posizione con un durissimo comunicato, supportata da varie Leghe e Federazioni come Serie A e Figc. La minaccia non lascia spazio a interpretazioni: esclusione da tutte le competizioni, niente campionato né Coppa Italia. Scelta netta e decisa, in contrasto con l'apparente volontà espressa dai 12 club che, nel comunicato di ieri sera, annunciavano: "I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali".
FACCIA A FACCIA - Il calcio italiano, intanto, corre subito ai ripari e intende chiarire la situazione al più presto. Oggi, alle 17.30, è in programma una riunione tra 17 società, big escluse: l'obiettivo è tracciare meglio i confini della Superlega per capire con più chiarezza quale sarà il futuro. Sul piatto, soprattutto, il futuro di Juve, Milan e Inter, con alcune società che potrebbero optare per l'esclusione dai campionati nazionali dei club scissionisti. Ma la guerra è solo all'inizio...