Calcioscommesse:| Beretta 'Lega parte lesa'
Il presidente della Lega Calcio Serie A, Maurizio Beretta ha dichiarato a Sky Sport24:
Calcio-scommesee: la procura sta indagando anche sul coinvolgimento da parte della società.
"Tutto quello che è emerso finora è che la Lega e le società di A sono fondamentalmente, nelle ipotesi illustrate, parte lesa, sono coloro che subiscono un danno per comportamenti deviati e delinquenziali da parte di alcuni soggetti ben individuati. Noi siamo con il capo della polizia, dobbiamo andare ad individuare in maniera molto chiara e con molta determinazione le responsabilità individuali, farlo possibilmente in tempi brevi e con molta decisione e, laddove le responsabilità individuali fossero accertate, sanzionare con grande durezza per evitare che qualcuno possa essere di nuovo tentato in futuro a fare cose così gravi che danneggiano un po’ tutta l’immagine del calcio".
La Lega quanto è preoccupata?
"Noi siamo preoccupati per il quadro generale del fenomeno. Ripeto, siamo la prima parte lesa in questa vicenda, perché la Lega rappresenta il grande calcio italiano, lo propone in tutto il mondo con grandi successi, merito delle società di calcio. E’ evidente che non fosse altro che tutto questo tipo di attenzione su fenomeni deviati, il rischio che ci siano soggetti che individualmente abbiano commesso degli illeciti, non solo non ci piace per niente rischia di buttarci della polvere addosso, cosa che non ci piace. Questo è un fenomeno che guardiamo con preoccupazione, però vorrei dire che finora, anche le ipotesi che sono state adombrate, sono tutte di responsabilità singole. Nei dibattiti sulle riforme in corso abbiamo anche pensato che dovremmo avere la possibilità di rivalerci nei confronti dei soggetti che individualmente con comportamenti deviati creano dei danni ai club e alle società".È un’ipotesi possibile quella dell’amnistia sportiva?
"Onestamente vorrei prima andare a vedere di cosa si parla realmente nell’inchiesta, vediamo che responsabilità accertiamo e vediamo di cosa si tratta. Quello che dobbiamo comunque evitare è di discutere in astratto. Prima andiamo ad individuare con determinazione e possibilmente con tempi ragionevolmente brevi le responsabilità, una volta accertate, stabiliamo le sanzioni, poi si potrà fare un dibattito sul passato, sul presente e sul futuro".
Problema stadi: la Lega come si può muovere?
"Noi stiamo chiedendo da tempo una legge quadro, che è una legge tutta di contenuti normativi, che non costerebbe al contribuente nemmeno un euro e che consentirebbe alle società di poter realizzare impianti moderni, all’altezza di quelli che troviamo in Inghilterra, Spagna e Germania, che fossero gestiti direttamente dalle società. Questo sarebbe un salto di qualità e consentirebbe di recuperare uno svantaggio competitivo forte nei confronti di società inglesi, tedesche e spagnole che hanno dei ricavi molto importanti dalla biglietteria, dagli stadi, cosa che invece non avviene in Italia. Oggi, malgrado questo, continuiamo ad essere competitivi in Europa. Faccio i complimenti al Milan per il passaggio del turno, spero fortemente che anche Napoli ed Inter possano passare il turno. La competizione di queste squadre italiane anche a livello internazionale è più difficile perché manca una voce fondamentale data da stadi di proprietà e di nuova generazione. Stadi nuovi, di proprietà e di gestione diretta da parte delle società sono una condizione fondamentale".
C’è qualche altra squadra italiana, oltre alla Juve, che è avanti in questo progetto?
"Ci sono alcuni progetti, il problema è che dobbiamo passare dai progetti ai cantieri. La Juventus, alla quale vanno fatti complimenti infiniti, va detto, è una delle più importanti squadre a livello mondiale, ha un seguito di tifoseria anche internazionale molto alto, è una delle realtà più importanti del calcio mondiale. Noi dobbiamo costruire condizioni per cui tutte le società di Serie A abbiano la possibilità di realizzare impianti, sulle dimensioni che sono richieste, deve essere un fenomeno nazionale, collettivo, per questo serve una legge di riferimento. Bravissima la Juventus che è riuscita con impegno, fatica e determinazione a farcela da sola, ma noi dobbiamo creare le condizioni perché questo sia un dato nazionale. Dobbiamo guardare a regole comuni. L’Inghilterra ha fatto prima di noi una forte promozione del calcio inglese sui mercati internazionali, su mercati potenzialmente molto vasti, in Medio Oriente: questo oggi fa del calcio inglese quello largamente più conosciuto nel mondo. Noi stiamo cercando di seguire quelle tracce, abbiamo del cammino da fare, ma stiamo migliorando in maniera sensibile.Milan e Juve: come sono i rapporti in questo momento?
"La Lega ha sempre lavorato molto bene al proprio interno. Com’è giusto che sia, c’è una forte rivalità sportiva che si gioca e si vede negli stadi, in Lega si ragiona di questioni economiche, di politiche sportive e i meccanismi sono diversi. Ho l’impressione che su tutti questi piano i rapporti sono molto più collaborativi di come vengono descritti. Nell’ultima assemblea i rapporti mi sono parsi eccellenti.
Ha mai trovato un Presidente particolarmente esigente?
"Sono venti grandi protagonisti a cui dobbiamo dare atto che senza il loro impegno personale e diretto, senza gli importanti investimenti che assicurano al sistema, non ci sarebbe il grande calcio di Serie A posizionato ai vertici del calcio mondiale e probabilmente tutto il resto del calcio italiano ne risentirebbe in maniera importante. Ogni domenica ci sono 9 milioni e mezzo sulle pay tv, 250 mila persone negli stadi, altre che lo fruiscono attraverso le tv non a pagamento: quando parliamo di fenomeni che coinvolgono 10 milioni di persone credo che parliamo di cose quasi uniche, dobbiamo saperle valorizzare e tenercele ben strette".
Quali caratteristiche deve avere il suo successore?
"L’identikit del mio successore dipenderà dal lavoro che si farà nei prossimi mesi, per capire che tipo di modello ha bisogno la Lega per i prossimi anni. L’importante è tracciare il modello e trovare una o due persone che rispondano al profilo tracciato con la riforma. Abbiamo davanti il tempo necessario, sicuramente saremo in grado di scegliere quello che serve in continuità".
E il suo futuro?
"Finisce con questo quadriennio olimpico. Sono molto contento dell’esperienza che ho fatto, mi piacerebbe concluderla con un bel passaggio di testimone. Penso che si possa essere soddisfatti. La Lega era un’associazione di politica sportiva alla quale è stata data, da una legge recente, la responsabilità di vendere collettivamente i diritti tv per il campionato. Questo ne ha cambiato molto la natura e per questo bisogna avere un modello che guardi da un lato ai modelli di politica sportiva, ma che abbia anche gli strumenti per gestire meccanismi economici che sono rilevanti. Abbiamo bisogno di guardare con sempre più impegno allo scenario alla platea internazionale, abbiamo bisogno di andare sui grandi mercati esteri, siamo cresciuti per il valore dei diritti tv esteri del campionato di Serie A, ma c’è ancora molto spazio ancora da recuperare rispetto al calcio inglese. È una sfida affascinante per i prossimi mesi".