Leccemania:| Di Francesco, titoli di coda
Conto alla rovescia per Eusebio Di Francesco. Il summit che si è tenuto in Via Templari martedì scorso ha stabilito che il tecnico, a meno di clamorosi e convincenti successi nelle prossime partite con Napoli, Lazio, Parma e Inter, è ai titoli di coda. La proprietà del club giallorosso ha puntato il dito verso di lui ma anche verso l'amministratore delegato Cipollini e verso il diesse Osti: 'Così proprio non va' ha detto Giovanni Semeraro, che non ci tiene a tornare in B, depauperare la sua proprietà e magari svenderla sottocosto. Dopo la sconfitta col Catania lo stesso Carlo Osti, sollecitato dai giornalisti, aveva ribadito la fiducia Di Francesco 'Per coerenza' con le scelte fatte ad inizio stagione.
Ma - i tifosi hanno obiettato - dopo un progetto vincente fatto naufragare quando aveva iniziato a dare i suoi frutti (promozione in A e salvezza) e un altro fallimentare sotto gli occhi di tutti, che senso avrebbe mantenere in piedi quest'ultimo solo per coerenza? La contestazione nei confronti del tecnico ha sollecitato Semeraro ad intervenire personalmente per cercare una soluzione nel rispetto dei criteri di autogestione che il club persegue ufficiosamente da almeno tre anni: 'Il Lecce può salvarsi e bisogna fare di tutto per centrare l'obiettivo', e in questo senso cruciali per il futuro saranno i prossimi giorni.
Una ulteriore riprova delle difficoltà in cui si dibatte Di Francesco è l'annullamento della tradizionale conferenza stampa dopo la rifinitura. Per la prima volta in questo campionato il tecnico non parlerà ai giornalisti, e se i motivi ufficiali sono tutti da identificare non è difficile comprendere il senso reale di questo diniego. Del resto i numeri sono tutti a suo sfavore: i giallorossi sono in zona retrocessione dal 26 settembre scorso, l'attacco non va a bersaglio da 1170' compresa la gara di Coppa Italia col Crotone, cinque assetti tattici alternati nelle dodici partite di campionato, ultimo posto in classifica, peggiore difesa dopo quella del Parma e, cosa più importante, sfiducia nei suoi confronti da parte dell'ambiente e della proprietà. Game over allora, avanti un altro; il campionato è ancora lungo.