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Leccemania: per salvarsi bisogna almeno scendere in campo, a Bologna disfatta su tutti i fronti
APPROCCIO ED EPISODI – E’ ancora l’approccio remissivo al match ad emergere negli aspetti negativi del Lecce che, infatti, non ha ancora messo a segno un gol nei primi trenta minuti, dato confermato proprio a Bologna dove è stata succube di una squadra volenterosa come se fosse l’unica compagine ad aver bisogno di punti. Iniziare una partita in difesa si può anche accettare, notando la veemenza della squadra di casa, ma non avere un minimo di mordente no. Infatti, i felsinei non perdono tempo e con una serie di occasioni riescono ad arrivare al vantaggio su penalty. Bisogna dire, da una parte, che l’episodio prima o poi rischia di arrivare se si viene dominati e attaccati in area, dall’altra che anche questa volta il Lecce subisce un episodio abbastanza discutibile. Il presunto fallo di Gendrey ricade ormai in quella casistica del rigore da “moviola in campo” da quando c’è il Var, tant’è che l’arbitro Sozza in diretta aveva anche fatto intendere platealmente che non fosse fallo per poi essere richiamato al monitor dove un semplice frame che mostra un contatto (e su questo c’è ancora di discutere) porti a fischiare un rigore che in diretta poteva essere visto come contrasto di gioco, poco intenso o comunque tale non da essere ritenuto un fallo. Detto ciò, dopo la partita di Roma, ancora una volta a spianare la strada agli avversari è un episodio ma si vuole sottolineare come questo non costituisce un alibi se, d’altra parte, la squadra permette un tale dominio che evidentemente può portare a subire un episodio.
ERRORI E IMPROVVISAZIONE – Rispetto a quanto si è detto non si può certo fare riferimento a mister Baroni, su cui bisogna riflettere, oltre che per l’atteggiamento dei suoi ragazzi anche per la disposizione degli stessi e della mancanza di schemi. L’allenatore giallorosso è ritenuto un integralista per l’insistenza sul 4-3-3 che in certe situazioni non sembra funzionare ma fossilizzarsi sul modulo sembra riduttivo rispetto a quanto visto in campo: troppi errori tecnici, spesso i giocatori sembravano improvvisare piuttosto che arrivare (poche volte) nell’area avversaria mediante una trama o fluidità della manovra. Sintomatici della partita sono state anche le situazioni di Banda, probabilmente stanco, che non è stato mai messo nelle condizioni di puntare l'avversario, Strefezza costretto a mettersi in proprio ma lontano dalle zone calde, Hjulmand in una giornata storta cui si unisce quella di tutto il collettivo. Un piccolo cambio di atteggiamento si è visto con le sostituzioni nell’intervallo con conseguente cambio di modulo che ha permesso quantomeno di scaldare Skorupski, mai realmente impegnato, ma che ha mostrato come Ceesay, anziché essere isolato, aveva maggiori opzioni per appoggiarsi. Non basta però se la squadra non si alza, non pressa o quantomeno farlo bene, e poi nessuno attacca gli spazi quando è il momento di creare qualcosa di offensivo. Nel prossimo trend proibitivo, a partire dalla sfida interna con la Juve, bisognerà interrogarsi sull’atteggiamento che è alla base di tutto e poi arriverà il momento di schemi e moduli ma serviranno delle risposte: calendario e classifica non aspettano.