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    Leccemania: finale thriller frutto di errori, pagata ancora l’inesperienza e la pressione?

    Leccemania: finale thriller frutto di errori, pagata ancora l’inesperienza e la pressione?

    • Stefano Gennari
    Esprimere un giudizio obiettivo su quanto accaduto a Roma richiede sicuramente mente lucida visti gli ultimi minuti convulsi che definire surreali sarebbe riduttivo. Una partita vissuta sulle montagne russe che stava iniziando male ma per finire molto peggio: la decretazione del rigore pro-capitolini poteva far presagire ad un pesante capitombolo del Lecce (in stile febbraio 2020) che si sarebbe visto in svantaggio praticamente a freddo ed in uno stadio caldissimo ma Falcone ha cercato di cambiare la storia del match, se non fosse stato per quei maledetti minuti di recupero.

    Sfida che poteva andare in direzione dei padroni di casa con il rigore per fallo di mano praticamente impercettibile di Baschirotto, assegnato con l'utilizzo eccessivamente “moviolistico” del Var. Per fortuna e anche per bravura di Falcone che para il primo rigore a Lukaku da quando è in Serie A, il Lecce può riorganizzarsi e limitare una Roma insistente. Bisogna ammettere che i padroni di casa hanno spinto e in alcune circostanze sono stati sfortunati ma i ragazzi di D’Aversa con il crescere dei minuti hanno preso le contromisure dimostrando di poter colpire in contropiede, soprattutto con l’indicazione del mister alle sue ali offensive di stare sui braccetti di difesa romanisti per cercare l’uno contro uno. Detto fatto, Banda punta e salta Mancini per servire Almqvist che segna il vantaggio.

    Dopo la rete seguono una serie di occasioni ambo le parti e dopo il tiro a giro di poco fuori di Dybala, la Roma sembra non crederci e allora Mourinho tenta il tutto per tutto schierando anche Belotti, cui risponde D’Aversa con un attacco a due e fresco composto da Piccoli e Strefezza più Touba a rinforzare la difesa. Nonostante la difesa a cinque, giusto per ricordarlo ai critici, il Lecce sfiora il raddoppio con Strefezza ma gli ultimi minuti rappresentano la più crudele concretizzazione del classico “gol sbagliato, gol subito”. In particolare, sul secondo ci sono errori individuali di Kaba (praticamente perfetto sino a quel momento) probabilmente stanco e poi di Touba che cerca l’anticipo in modo scellerato piuttosto che contenere uno come Lukaku.

    Insistere con il gettare la croce sugli errori in contropiede e quelli difensivi ormai serve a poco ma purtroppo è anche la dimostrazione che questa squadra deve ancora maturare e ne è prova quanto detto da D’Aversa secondo cui con maggiore malizia si sarebbe potuta portare a casa. Non può essere né un alibi né una colpa, ma bisogna ricordare che il Lecce è la squadra con l’età media più giovane della Serie A e questi peccati di giovinezza vengono fuori nei momenti clou, soprattutto nell’inferno quale è stato lo stadio Olimpico.

    Il calendario non aiuta, sabato a Lecce arriva il Milan che è in crisi nera in attesa della sfida di Champions che potrebbe far arrivare i rossoneri al Via del Mare con il morale a terra o con maggiore entusiasmo. Tralasciando la squadra di Pioli, è il momento di guardare più a fondo in casa propria e trasformare la delusione in rabbia agonistica per spaventare un’altra big perché la sfida dell’Olimpico ha dimostrato che il Lecce può farlo e deve riprovarci.
     
     

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