Leccemania:| 'Domani è un altro giorno...'
Titoli di coda in via Templari. L'amministratore delegato Claudio Fenucci ha fatto bye bye preferendo il calcio reale della Roma a quello virtuale del Lecce; i calciatori Fabiano, Munari, Bertolacci, Rosati (ma la lista non è chiusa) hanno già lasciato il Salento; mister Di Francesco si sforza di essere ottimista mentre l'azionista di maggioranza, Giovanni Semeraro, è in vacanza (beato lui). In questo marasma generale i tifosi non possono far altro se non accendere candele votive a Sant'Oronzo con la speranza che la loro amata squadra non reciti il ruolo di sparring-partner nel prossimo campionato di serie A ma, soprattutto, che Unicredit trovi al più presto chi possa prendere le redini del calcio giallorosso cancellando in un colpo solo amarezze, gaffes, errori, autogol, prese in giro e sproloqui dell'ultimo anno. 'Le decisioni della società mi obbligano ad una scelta professionale - il commiato di Fenucci -, dopo un lungo travaglio ho pensato si fosse chiuso un ciclo ed ho preferito non rimanere'.
Un atto d'accusa tra le righe, una constatazione che in questo modo e con questa società a Lecce è impossibile fare calcio, una decisione logica e condivisibile. Ma prima di fare il chek-in destinazione Fiumicino, Fenucci ha indicato il budget che il suo erede avrebbe a disposizione per allestire la squadra: '28/29 milioni di euro', ai quali vanno aggiunti i tre milioni e rotti guadagnati dalla cessione di Rosati, i 750mila euro per il contro riscatto di Bertolacci da parte della Roma ed i 400mila euro che il Palermo ha messo in busta per riprendersi Munari. E non è finita perché 'in vetrina' ci sono ancora Mesbah (vicinissimo al Parma), Olivera e forse anche Vives che ha molte richieste. 'Ci sono ricavi sufficienti per fare una buona stagione di A' ha concluso Fenucci, e se lo dice lui che ha gestito i conti del Lecce per 15 anni bisogna credergli.
I tifosi, sempre loro, sono realmente devoti a Sant'Oronzo e nelle loro suppliche sperano anche che le cifre di cui sopra non si 'perdano' per strada ma vengano utilizzate tutte per una autogestione che non dovrà fare rima con autodistruzione. Intanto in via Templari si naviga a vista. Forse sarà Renato Cipollini a rilevare l'eredità dell'ex amministratore delegato. Forse no. Impossibile saperne di più da una società che sta sciogliendosi come neve al sole, che ha sempre avuto nella comunicativa e nella omunicazione il suo tallone d'Achille e che attende l'atto finale dell'assemblea dei soci per mettere una pietra tombale su 17 anni di alti e bassi con tantissime, davvero troppe, occasioni mancate. Come disse Rossella O'Hara in Via col Vento: 'Domani è un altro giorno'.