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  • Leccemania: D’Aversa per dare continuità, ecco perché può funzionare

    Leccemania: D’Aversa per dare continuità, ecco perché può funzionare

    • Stefano Gennari
    Il Lecce ha il dopo Baroni rispettando le indiscrezioni che vedevano Roberto D’Aversa in pole, mentre l’ormai ex allenatore sarà avversario dei giallorossi alla guida del Verona. Il tecnico nativo di Stoccarda arriva dalla deludente esperienza con la Sampdoria, sostituito durante la stagione da Stankovic che comunque ha avuto la stessa media punti del predecessore. Tuttavia, è con il Parma che D’Aversa ha fatto vedere le cose migliori ottenendo la promozione in Serie A da secondo in classifica e con la migliore difesa della cadetteria, sino ai due anni successivi con i ducali.

    Proprio sulla difesa D’Aversa cerca di costruire il suo schema di gioco basato sulle ripetenze facendo le fortune (anche sue) di Gervinho messo nelle migliori condizioni. Infatti, dopo la prima stagione in A chiusa al quattordicesimo posto, è quella seguente (2019-20) in cui l’allenatore esprime il meglio grazie all’undicesima posizione che ha evidenziato il suo stile di gioco.

    Infatti, D’Aversa predilige il 4-3-3 su cui è costruito il Lecce, che quindi verrà confermato, e il modo di giocare del neotecnico valorizza le ali offensive. Mentre in fase difensiva diventa un 4-5-1 con cui gli esterni aiutano il centrocampo, in fase d’attacco punta a un veloce contropiede proprio grazie alla tecnica dei giocatori sulle fasce e un attaccante fisico che possa servire gli inserimenti: basti vedere l’importanza e i numeri delle punte che hanno giocato sotto la sua guida tecnica come Calaiò (in B) e Cornelius. L'attaccante, quindi, deve essere servito dagli esterni che il Lecce ha ben dimostrato di possedere con Strefezza, Di Francesco e Banda che possono essere ulteriormente valorizzati. Da notare, inoltre, come i centrocampisti allenati da D’Aversa abbiano raggiunto ognuno una manciata di gol proprio in virtù dell’attenzione per gli inserimenti in area.

    In sintesi, dunque, la scelta è ben ponderata sia per il grado di esperienza che serviva per il post Baroni, sia per la voglia di riscattarsi del tecnico e soprattutto la compatibilità del suo stile di gioco con la struttura che ha il Lecce.
     

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