Leccemania: D’Aversa per dare continuità, ecco perché può funzionare
Proprio sulla difesa D’Aversa cerca di costruire il suo schema di gioco basato sulle ripetenze facendo le fortune (anche sue) di Gervinho messo nelle migliori condizioni. Infatti, dopo la prima stagione in A chiusa al quattordicesimo posto, è quella seguente (2019-20) in cui l’allenatore esprime il meglio grazie all’undicesima posizione che ha evidenziato il suo stile di gioco.
Infatti, D’Aversa predilige il 4-3-3 su cui è costruito il Lecce, che quindi verrà confermato, e il modo di giocare del neotecnico valorizza le ali offensive. Mentre in fase difensiva diventa un 4-5-1 con cui gli esterni aiutano il centrocampo, in fase d’attacco punta a un veloce contropiede proprio grazie alla tecnica dei giocatori sulle fasce e un attaccante fisico che possa servire gli inserimenti: basti vedere l’importanza e i numeri delle punte che hanno giocato sotto la sua guida tecnica come Calaiò (in B) e Cornelius. L'attaccante, quindi, deve essere servito dagli esterni che il Lecce ha ben dimostrato di possedere con Strefezza, Di Francesco e Banda che possono essere ulteriormente valorizzati. Da notare, inoltre, come i centrocampisti allenati da D’Aversa abbiano raggiunto ognuno una manciata di gol proprio in virtù dell’attenzione per gli inserimenti in area.
In sintesi, dunque, la scelta è ben ponderata sia per il grado di esperienza che serviva per il post Baroni, sia per la voglia di riscattarsi del tecnico e soprattutto la compatibilità del suo stile di gioco con la struttura che ha il Lecce.