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    Leccemania:| Con gli elogi si torna in B

    Leccemania:| Con gli elogi si torna in B

    'Abbiamo perso per l'acuto di un grande campione': così De Canio ha giustificato l'ennesimo kappaò, il terzo di fila nelle ultime tre partite. Quella con l'Inter è stata, a detta di molti addetti ai lavori, la sconfitta più bella nella ricca collezione che il Lecce ha messo su in questo campionato, ed i più ottimisti si sono spinti anche oltre traendo auspici favorevoli per il discorso salvezza. Beati loro. Già perché forse non sanno che gli stessi discorsi sono stati fatti 25 anni fa col Lecce di Fascetti, che a forza di consensi per il gioco espresso, di partite perse e di gol incassati (55), è tornato da dove era venuto cioè in serie B. In realtà i giallorossi sono stati sconfitti perché, al contrario dell'Inter, non hanno in organico un centravanti ed un difensore centrale da serie A.

    A Milano l'ottima disposizione tattica di De Canio è stata inficiata dalla totale assenza di peso specifico in attacco dove Corvia, dopo essere rimbalzato per tutta la partita contro Lucio e Chivu (che si sono permessi il lusso di avanzare fino alla linea centrale del campo in più di una occasione), non è stato in grado di fornire un preciso punto di riferimento in ripartenza creando spazi e fibrillazioni nel reparto arretrato nerazzurro. E non a caso lo stesso De Canio, sempre nel dopo partita, ha detto: 'La pausa del campionato spero sia utile per recuperare un giocatore importante come Di Michele, perché la squadra ha bisogno di un elemento con la sua esperienza in massima serie'. Dietro le cose non sono andate meglio, malgrado Tomovic sia riuscito a disinnescare Eto'o. L'anello debole del reparto, Ferrario, ha sofferto oltremisura Pazzini che ha realizzato il gol partita e ne ha sfiorato un altro clamoroso ma non essendoci di meglio da qui al 22 maggio bisognerà accontentarsi di quello che passa il convento con tutte le incognite del caso.

    Morale della favola: chi crede che basti giocare bene per salvarsi si sbaglia di grosso, come del resto testimoniano i precedenti con Parma (4° giornata), Palermo (5°), Genoa (15°), Napoli (17°), Fiorentina (21°), Cesena (22°), ancora Palermo (24°), Catania (25°), Roma (28°) dulcis in fundo Inter (30°) e la relativa quantità industriale di punti lasciati per strada che oggi avrebbero significato salvezza anticipata. Nelle prossime 8 partite i giallorossi dovranno conquistare 12 punti per arrivare a quota 40, dove ci sarebbe la salvezza, ma devono anche sperare che Cesena e Brescia non facciano di meglio. Tante incognite, tante variabili ancora da incasellare ed una sola certezza obiettiva: la difficoltà della squadra di De Canio nel fare punti e aggiornare crescere la classifica anche giocando bene. E non è cosa da poco.

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