Leccemania:| Chiudete quella porta
Da tre anni a questa parte subisce gol a raffica ed è tra le principali preoccupazioni di tutti gli allenatori che si sono accomodati sulla panchina giallorossa. La difesa del Lecce sembra made in Svizzera, visti i tanti buchi che farebbero invidia al formaggio Emmenthal. Tutti hanno provato a metterci una pezza con risultati sempre deludenti. Unico a sorridere Beppe Papadopulo, che nel campionato 2007/08 vinse il campionato di serie B subendo appena 29 gol, record destinato a rimanere tale anche per questa stagione. Un sorriso a denti stretti anche per Gigi De Canio, che portò la squadra in serie A - 2009/10 - mantenendo la testa della classifica da novembre a maggio.
Ebbene quel Lecce concluse al primo posto con la peggiore difesa tra le prime sei classificate, e chi si sarebbe aspettato una drastica rivoluzione dal centrocampo in giù rimase deluso perché l'anno successivo in serie A le partenze di Schiavi, Angelo, Mazzotta e gli arrivi di Donati, Sini, Gustavo, Rispoli e il ritorno di Diamoutene non cambiarono di una virgola la situazione. I 66 gol subiti in 38 partite (media di 1,73 reti ogni 90') stabilirono che il problema non era stato risolto. Oggi va in onda la quarta replica, e mentre il ragionier Fantozzi era costretto a sorbirsi la proiezione de ‘La corazzata Potemkin’ i tifosi giallorossi sembrano condannati, da tre anni a questa parte, a contare i gol incassati ogni 90' e a rimpiangere Gustavo e Fabiano. Una tragedia pazzesca.
Serse Cosmi è il terzo allenatore, dopo Beretta e Di Canio, chiamato al capezzale di un reparto che soffre una patologia cronica: riuscirà nell'impresa di limitare il passivo? Diamogli tempo. Intanto deve fare i conti con una infermeria sempre affollata, poi dovrà assemblare gli elementi a sua disposizione, anche se variando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Infine deve sperare nel mercato di gennaio e augurarsi che tra le mille difficoltà economiche si riesca ad individuare e tesserare almeno un elemento in grado di fare la differenza. Sperare non costa nulla, ma la strada per la salvezza ha questo percorso obbligato.