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    Lecce, Sticchi Damiani: "Serie A a 18 squadre idea fuori luogi. Stranieri? Il problema non è in Primavera"

    Lecce, Sticchi Damiani: "Serie A a 18 squadre idea fuori luogi. Stranieri? Il problema non è in Primavera"

    Saverio Sticchi Damiani entra a gamba tesa nelle polemiche seguite all'eliminazione dell'Italia da Euro 2024: "Il problema sono gli stranieri nelle prime squadre, non in Primavera. Ed è fuori luogo pensare di ridurre la Serie A a 18 squadre".

    Il presidente del Lecce, nella giornata di ieri, è intervenuto presso il Senato della Repubblica su invito della 7a Commissione "Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport" che si sta occupando delle "Prospettive di riforma del calcio italiano": le dichiarazioni di Sticchi Damiani.

    "Sono presidente del Lecce dal 2017, quando la squadra era in Serie C. Quindi in pochi anni ho attraversato le tre leghe professionistiche, siamo una delle società che dal punto di vista dei bilanci siamo sempre in equilibrio. Anche quest'anno saremo in utile, tutto frutto del fare il passo in modo proporzionale alle proprie gambe. Il tema della sostenibilità, della competitività sul piano sportivo e della competitività della Nazionale sono 3 elementi compenetranti. In questo momento di crisi del calcio italiano, in seguito all'eliminazione dall'Europeo, si sta cercando la chiave giusta per giustificare l'insuccesso. Si parla di settori giovanili e squadre primavera con troppi stranieri ed il Lecce viene additato in questo senso. In realtà l'Italia è competitiva dal punto di vista dei giovani, come dimostrano le Under 17 e le Under 20. Non è vero che il campionato primavera è pieno di stranieri: al di là del Lecce, il macro-dato dice che il 23% dei giocatori in Primavera sono stranieri. Quindi dire che l'insuccesso azzurro è dato dalla troppa presenza di stranieri è sbagliato. Così si crea solo un alibi. Il vero problema sono le prime squadre che hanno una grande prevalenza di stranieri: ho fatto un calcolo, se andiamo a vedere i titolari italiani utilizzati stabilmente dalle squadre di Serie A sono 100-110 giocatori, ovvero quelli che potevano essere scelti dal ct. I 22-23 giocatori degli Europei è stata fatta quindi su questi 100-110".

    DOVE POSSIAMO MIGLIORARE - "Parlare delle Primavere significa non guardare il vero problema, ovvero le prime squadre. La legge Melandri prevede che il 22% delle risorse dei diritti tv sia distribuito sul radicamento sociale, composto da tre sotto-settori. Il primo è il pubblico di riferimento, gli spettatori paganti. Poi c'è l'audience televisiva. Questi sono due criteri che sposano le politiche delle grandi squadre. Poi c'è il terzo, che è quello che farebbe crescere la Nazionale: i minuti giocati dai giocatori di età compresa fra 15 e 23 anni formati nei settori giovanili italiani e che siano tesserati da almeno 36 mesi ininterrotti presso la società. Questo criterio consente di colmare un po' il gap dei primi due criteri, dall'altro di migliorare le risorse per la Nazionale maggiore. I primi due criteri sono già stati oggetto di un dpcm del 2018, il terzo è stato disciplinato da un dpcm del febbraio di quest'anno, quindi recentissimo. Il dibattito secondo me si deve sviluppare su questo punto: se dovesse entrare in vigore, rischierebbe di creare un disagio ai grandi club. Poi c'è un altro punto: se gli italiani hanno già compiuto il 23esimo anno di età, questo criterio si perde. Per me dovrebbe valere l'età in cui è stato iniziato il campionato, non si può andare ad inseguire i compleanni di tutti i calciatori della rosa".

    LA CHIUSURA - In chiusura, Sticchi Damiani parla anche della possibile riduzione della Serie A da 20 a 18 squadre: "Ritengo fuori luogo l'idea di ridurre la Serie A a 18 squadre, andremmo ad eliminare due serbatoi, due società che possono fare questo lavoro. Si tratterebbe di due società piccole, ovvero quelle che danno più spazio e sono più propense a far giocare i giovani. Tutto per tutelare la salute dei giocatori riducendo il numero di partite: per me è un falso tema. Fosse così, i grandi club non acconsentirebbero a delle tournée massacranti fatte solo per gli introiti. Le possibili soluzioni: per far giocare i giovani basta migliorare il dpcm che regola il terzo criterio. E poi migliorare le retrocessioni: io non dico di abolirle, ma di fare un ragionamento di buon senso. La Serie B si sta snaturando. Tutta la Serie B gioca col terrore di retrocedere e per questo non da spazio ai giovani. Addirittura si è introdotto un sistema di retrocessioni nel campionato Primavera 1. E quindi anche lì le società fanno giocare magari i fuori quota".

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