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    Lecce: equilibrio e compattezza riportano una vittoria che aiuta morale e classifica

    Lecce: equilibrio e compattezza riportano una vittoria che aiuta morale e classifica

    • Stefano Gennari
    Massimo rendimento con minimo sforzo: pragmaticamente è questo di cui ha bisogno il Lecce, senza dover pensare alle prestazioni che con il tempo, anche se stringente, arriveranno. Al debutto di Gotti, dopo neanche una settimana di allenamenti, non si poteva chiedere altro che i tre punti nella partita in cui il Lecce si giocava l’ultima occasione per invertire il trend prima di ritrovare un breve filotto di sfide decisamente meno alla portata.

    Effettivamente, Gotti si è presentato a Lecce con umiltà ed equilibrio, riferendo di voler intervenire prioritariamente sulle questioni motivazionali e cercare di toccare le corde giuste della squadra senza fare proclami su stravolgimenti o filosofie di gioco da attuare. Il match della Salernitana è stata la dimostrazione di ciò: in primis, il nuovo tecnico ha corretto la squadra sia nell’undici titolare che in corsa, attuando inizialmente un 4-2-3-1 con Piccoli sulla fascia per posizionare Oudin dietro l’unica punta Krstovic. Il motivo di tale scelta, lo ha detto lo stesso Gotti, voleva valorizzare tutti i giocatori con il gol nelle corde, facendo di virtù l’assenza di Banda che avrebbe occupato sicuramente quella posizione. Tuttavia, l’avvio contratto della squadra ha palesato, anche fisiologicamente, la paura vista nelle ultime uscite contro una Salernitana che ormai ha poco da perdere, che ha cercato di fare la partita. Il Lecce, seppur rischiando in qualche occasione, è rimasto sempre compatto lasciando poco spazio ai padroni di casa, per poi rendersi pericoloso alla prima occasione che ha portato al gol. Nella costruzione della rete, poi risultata decisiva, non bisogna sottovalutare l’importanza di aver schierato sia Piccoli che Krstovic: infatti sul cross, l’area di rigore era ben occupata sia dal primo, il quale ha tagliato verso il centro partendo dalla fascia, che dal montenegrino oltre ad Almqvist che hanno permesso di occupare gli ultimi undici metri e di impegnare i difensori avversari in marcatura sino all’errore di Gyomber.

    Il neotecnico giallorosso ha immediatamente rilevato nell’intervallo cosa non stesse funzionando nella fase di costruzione togliendo Oudin, il quale non stava dando ciò che chiedeva Gotti, con l’inserimento di Dorgu per avere due giocatori di fascia con lo spostamento di Piccoli al centro. Il doppio binario di sinistra è stato formato dal giovane proveniente dalla Primavera e da Gallo impostando un naturale 4-4-2. Ne ha quindi giovato tutta la squadra che aveva undici effettivi nelle proprie posizioni ma soprattutto ha inciso un miglioramento a livello mentale grazie alla maggiore consapevolezza e unione della squadra nel riuscire a portare il risultato a casa; in particolare con Falcone, il quale è stato nuovamente protagonista ma anche la difesa che ha trovato solidità grazie all’aiuto di tutti gli effettivi. È proprio questo che potrebbe fare la differenza per le ultime giornate: il Lecce è tornato un unico collettivo orientato verso lo stesso obiettivo, in cui il sacrificio è elemento indispensabile.

    L’importanza dei tre punti è diventata maggiore anche guardando il risultato delle avversarie che sono rimaste tutte sconfitte permettendo ai giallorossi di lasciarsi alle spalle ben sette squadre e quattro punti dal Frosinone terzultimo. Ora la pausa permetterà a Gotti di lavorare sui meccanismi che con la Salernitana era prematuro poter vedere ma la necessità di fare punti è preminente. Le prossime sfide sono proibitive sulla carta ma il Lecce, se ritrova le proprie certezze, ha già dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque.   
     

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