Calciomercato.com

  • Getty Images
    Lecce: con un gol cade il castello, l'incapacità di reagire che porta la sesta sconfitta di fila in trasferta

    Lecce: con un gol cade il castello, l'incapacità di reagire che porta la sesta sconfitta di fila in trasferta

    • Stefano Gennari
    Dopo i quattro schiaffoni incassati a Bologna, il Lecce si presenta ad un altro esame in trasferta contro il Torino reduce da due pareggi deludenti. A complicare la sfida per i giallorossi è l’assenza di Banda, causa infortunio, che pesa sia qualitativamente che per quantità di esterni offensivi.

    Proprio da quest’ultimo punto si può iniziare l’analisi della formazione schierata da D’Aversa che giustamente rimescola un po’ di carte, non solo per l’assenza del giocatore africano. Le scelte di Blin e Rafia ai lati di Ramadani portano più muscoli ed equilibrio al centrocampo, cosa che sarebbe stata buona e giusta anche a Bologna ma dagli errori si impara. Discutibile, invece, lo spostamento di Oudin sulla fascia che, nonostante fosse il suo ruolo originario, ormai appare in difficoltà: infatti, il francese da un anno a questa parte gioca prettamente negli spazi per vie centrali cercando la giocata per imbeccare i compagni piuttosto che andare sul fondo o dare ampiezza. La decisione di schierare Dorgu, tuttavia, sembra in linea con la scelta del francese che, andando verso il centro, aprirebbe per le sovrapposizioni del terzino sinistro. Non sempre ha funzionato questa scelta nella prima frazione mentre è stata praticamente impeccabile quella del centrocampo con Ramadani e Blin a schermare la difesa, soprattutto il secondo schierato a uomo su Vlasic, in quanto maggiore fonte di gioco del Torino.

    In effetti, il primo tempo non vive di grandi sussulti, soprattutto per i padroni di casa molto limitati dalla chiusura degli spazi degli ospiti che anzi hanno la maggiore occasione con Piccoli su svarione di Milinkovic-Savic che tra l’altro avrebbe anche commesso fallo sull’attaccante giallorosso, ragionevolmente schierato al posto di Krstovic, con cui sarebbe potuta cambiare l’inerzia della partita. Quali saranno stati i motivi della mancata concessione del penalty sono oscuri, ma in quel momento positivo per i giallorossi la partita avrebbe potuto prendere la via del Salento.

    Tuttavia, la ripresa offre spunti diversi con il gol a freddo di Bellanova sull’unica disattenzione del Lecce che perde palla a centrocampo e un intervento di Gendrey consente a Bellanova di trovare il colpo da biliardo da fuori area anche a causa di un Dorgu poco reattivo nel chiudere lo spazio. La rete dei granata fa decisamente crollare i piani del Lecce che aveva mostrato un buon equilibrio poi sciolto come neve al sole dopo il diagonale dell’esterno torinista. I cambi di D’Aversa non sortiscono grandi effetti con Sansone e Kaba: il primo ha trovato difficoltà ad entrare in partita, il secondo si divora una rete grazie ad un ottimo inserimento. Tuttavia, bisogna dire che togliere Blin per un altro giocatore più fisico che tecnico, è sembrata una mossa non propriamente utile rispetto all’apporto che poteva dare Gonzalez soprattutto dopo la prova contro la Fiorentina. Inoltre, bisogna anche considerare che senza Banda, solo Sansone è al momento l’unico esterno offensivo che può cambiare qualcosa davanti mentre Pierotti è ancora relegato in panchina evidentemente non ancora pronto, al contrario di quanto poteva avvenire con Strefezza, il quale permetteva di avere cambi per entrambi gli esterni d’attacco.

    Le possibilità dei giallorossi si sciolgono nel ritmo lento e compassato che favorisce il Torino, il quale può amministrare il vantaggio, mentre il Lecce non ha nessuna veemenza nel cercare il pareggio sembrando scarico di energie e di motivazioni. L’ultimo lumicino di speranza si spegne sul fallo ingenuo di Pongracic che gli costa il secondo giallo ed è l’emblema di queste ultime due trasferte.

    Il 2-0 di Zapata chiude la contesa, se mai fosse rimasta aperta, e sancisce la sesta sconfitta di fila in trasferta per i giallorossi che ancora sono a secco di vittorie lontano dal Via del Mare. Se si può cercare un alibi in questi risultati è nelle avversarie incrociate in questo filotto di partite: Genoa a parte, tutte nella colonna di sinistra della classifica ma, al contrario, bisogna anche considerare le prestazioni della squadra tutt’altro che alla ricerca di punti salvezza. Gli alibi stanno per finire e, mentre all’orizzonte c’è la sfida proibitiva con l’Inter, sullo sfondo ci sono gli scontri diretti e la classifica meno tranquilla di qualche mese fa.
     

    Altre Notizie