Leao, il grande freddo con Fonseca e i precedenti con Pioli. Milan, cosa filtra sui rumors da Barcellona
- 103
Rafa Leao si avvia verso la seconda esclusione consecutiva dall’undici di partenza di Paulo Fonseca. In mezzo, una sostituzione - nell’ultima di Champions League contro il Bruges - a mezz’ora dalla fine e coincisa con l’improvvisa scossa di adrenalina impressa alla partita dal subentrato Okafor (e da Chukwueze sulla fascia opposta). Appare evidente poi che, se la seconda panchina consecutiva alla quale sarà relegato l’attaccante portoghese, si materializza in concomitanza con la super sfida tra Milan e Napoli, pur sforzandosi di non parlare di caso risulta complicato non dare grande risalto ad una scelta tanto netta da parte dell’allenatore portoghese dei rossoneri. Che, sia in modo pacato e signorile che con piglio più deciso all'occorrenza (basti pensare alla conferenza infuocata pre-Udinese), sta cercando di imporre la sua legge a Milanello e nello spogliatoio. Gioca chi sta meglio e chi è disposto ad anteporre il bene della squadra al proprio ego.
MILAN-NAPOLI, LE PROBABILI FORMAZIONI E DOVE VEDERLA IN TV
Eppure, una gestione di questo tipo di Leao, a metà tra la punizione ed il tentativo estremo di correggerlo dal punto di vista caratteriale a 25 anni compiuti, non è assolutamente un inedito in casa Milan. Stefano Pioli, che durante la sua permanenza ebbe il merito di tirare fuori la versione ad oggi migliore del classe ‘99 - decisivo per la conquista dell’ultimo Scudetto e per l’approdo ad una storica semifinale di Champions League nella stagione successiva - non è stato per Rafa solo quel padre bonario che appariva all’esterno. Quando si è trattato di spronarlo, a parole ma soprattutto coi fatti, il tecnico parmigiano non si è sottratto, anzi. E per rivedere Leao due volte di fila in panchina in Serie A, basta fare un salto temporale all’indietro di pochi mesi e rammentare come, sul finire della stagione 2023/2024, contro Cagliari e Torino il numero 10 restò a guardare inizialmente i suoi compagni di squadra. Era il tramonto triste dell’era Pioli e di un’annata macchiata dall’eliminazione ai quarti di finale di Europa League contro la Roma e del ko nel derby contro l’Inter che consegnò la seconda stella ai rivali cittadini.
MILAN, NON E' NECESSARIO CEDERE I BIG: LO DICE IL BILANCIO
Anche nel campionato precedente (stagione 2022/2023), quello nel quale il Milan di Pioli si rivelò non solo incapace di reggere il passo del super Napoli di Spalletti ma che terminò addirittura al quinto posto e si qualificò alla successiva Champions League solo per effetto della penalizzazione subita dalla Juventus, l’allenatore rossonero riservò un trattamento per Leao all’insegna del bastone e della carota. Con l’ulteriore complicazione di un calendario stravolto dal Mondiale giocato in inverno e di un percorso in Europa più convincente, il portoghese per due volte andò incontro a panchine consecutive, ma anche nella prima parte di stagione Pioli si assunse la responsabilità di una scelta all’epoca impopolare. Siamo al principio del campionato quando, nell’arco di quattro partite, relega due volte in panca Leao e in una circostanza lo sostituisce prima del novantesimo. Fuori contro Monza e Cremonese, tolto dal campo dopo un tempo dopo una negativa prestazione sul campo del Torino. Inizia il 2023 e il Milan attraversa il suo periodo più difficile, in cui arrivano anche sconfitte roboanti: l’allora numero 17 rimane a guardare nel primo tempo del tracollo casalingo col Sassuolo (2-5) e del ko di misura nel derby. Scelte figlie dell’atteggiamento poco reattivo e determinato del portoghese in occasione del poker incassato per mano della Lazio e del derby di Supercoppa in Arabia, stravinto dall’Inter per 3-0. Di diverso tenore le due esclusioni di aprile contro Empoli e Bologna, che arrivano invece per preservarlo per la doppia sfida di Champions contro il Napoli in cui Leao è semplicemente devastante.
LUIS CASTRO A CM: "LEAO NON E' UN TOP, NEMMENO IN PORTOGALLO"
E arriviamo così all’attuale stagione, nella quale non si è mai avuta la sensazione che tra Leao e Fonseca sia scattato il feeling. Il tecnico lo punisce con la panchina nella gara dell’Olimpico contro la Lazio - a causa della prova svogliata di Parma - e in cambio riceve una sorta di ammutinamento durante il cooling break (insieme a Theo Hernandez) ma anche il gol del definitivo 2-2. Prima di arrivare al trittico Udinese-Bruges-Napoli, l’esterno sinistro del Milan incassa non senza fastidio anche i cambi prima del 90° contro Venezia ed Inter, in occasione dei quali non fa nulla per nascondere il proprio disappunto, e poi quello di Firenze, che sfortuna vuole che coincida con una sconfitta. Una serie di passaggi nei quali, nella testa del calciatore, si è probabilmente costruita a consolidata la certezza che Fonseca ce l’abbia con lui per qualche ragione e che fra tutti lui sia quello condannato a pagare il prezzo più caro.
Una versione dei fatti sempre respinta dall’allenatore del Milan (anche nell’ultima conferenza stampa alla vigilia del Napoli) e che non trova conferma nemmeno nelle ricostruzioni che arrivano dall’ambiente rossonero, sia a livello di dirigenti di campo che non di campo. La Gazzetta dello Sport ha raccontato del contatto tra l’ad rossonero Giorgio Furlani e l’entourage del calciatore dopo la partita contro il Bruges per fare chiarezza sul delicato momento attraversato da Leao. E in questi ultimi giorni pure Zlatan Ibrahimovic, nelle vesti di consulente di RedBird e di ex compagno di squadra, sta cercando di lavorare sulla testa del giocatore per spronarlo a reagire e a tirare fuori tutto il suo potenziale. Lo stesso obiettivo che si è prefissato Fonseca, che ha optato per una terapia d’urto per guarire il “malato” e riportarlo sulla retta via, quella secondo cui senza la squadra non si va da nessuna parte.
DEL PIERO: "LEAO, E' UN PROBLEMA DI MENTALITA'"
Alla luce delle evidenti difficoltà attraversate da Leao, figlie anche di una condizione atletica lontana da quella ottimale dopo le fatiche estive degli Europei e una preparazione incompleta col Milan, inevitabilmente sono tornate a risuonare le sirene del calciomercato. In particolare hanno ripreso consistenza alcune indiscrezioni dalla Spagna circa un rinnovato interesse del Barcellona per il calciatore portoghese. Considerate le buone relazioni tra il suo agente Jorge Mendes e la dirigenza catalana -in primis il ds Deco - qualcuno ha provato a fare 2+2, ma ad oggi sono diverse le circostanze per le quali questa ipotesi è da considerarsi non troppo calda. Il contratto di Leao col Milan è lungo (scadenza 2028), c’è una clausola rescissoria da 100 milioni di euro e soprattutto il Barcellona, dopo aver rinunciato anche per motivi economici a Nico Williams (il primo vero obiettivo per la fascia sinistra), ha riscoperto in quella posizione Raphinha. Giocatore acquistato per 58 milioni di euro solo due anni fa e pienamente rivalutato dalla gestione Flick.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
MILAN-NAPOLI, LE PROBABILI FORMAZIONI E DOVE VEDERLA IN TV
Eppure, una gestione di questo tipo di Leao, a metà tra la punizione ed il tentativo estremo di correggerlo dal punto di vista caratteriale a 25 anni compiuti, non è assolutamente un inedito in casa Milan. Stefano Pioli, che durante la sua permanenza ebbe il merito di tirare fuori la versione ad oggi migliore del classe ‘99 - decisivo per la conquista dell’ultimo Scudetto e per l’approdo ad una storica semifinale di Champions League nella stagione successiva - non è stato per Rafa solo quel padre bonario che appariva all’esterno. Quando si è trattato di spronarlo, a parole ma soprattutto coi fatti, il tecnico parmigiano non si è sottratto, anzi. E per rivedere Leao due volte di fila in panchina in Serie A, basta fare un salto temporale all’indietro di pochi mesi e rammentare come, sul finire della stagione 2023/2024, contro Cagliari e Torino il numero 10 restò a guardare inizialmente i suoi compagni di squadra. Era il tramonto triste dell’era Pioli e di un’annata macchiata dall’eliminazione ai quarti di finale di Europa League contro la Roma e del ko nel derby contro l’Inter che consegnò la seconda stella ai rivali cittadini.
MILAN, NON E' NECESSARIO CEDERE I BIG: LO DICE IL BILANCIO
Anche nel campionato precedente (stagione 2022/2023), quello nel quale il Milan di Pioli si rivelò non solo incapace di reggere il passo del super Napoli di Spalletti ma che terminò addirittura al quinto posto e si qualificò alla successiva Champions League solo per effetto della penalizzazione subita dalla Juventus, l’allenatore rossonero riservò un trattamento per Leao all’insegna del bastone e della carota. Con l’ulteriore complicazione di un calendario stravolto dal Mondiale giocato in inverno e di un percorso in Europa più convincente, il portoghese per due volte andò incontro a panchine consecutive, ma anche nella prima parte di stagione Pioli si assunse la responsabilità di una scelta all’epoca impopolare. Siamo al principio del campionato quando, nell’arco di quattro partite, relega due volte in panca Leao e in una circostanza lo sostituisce prima del novantesimo. Fuori contro Monza e Cremonese, tolto dal campo dopo un tempo dopo una negativa prestazione sul campo del Torino. Inizia il 2023 e il Milan attraversa il suo periodo più difficile, in cui arrivano anche sconfitte roboanti: l’allora numero 17 rimane a guardare nel primo tempo del tracollo casalingo col Sassuolo (2-5) e del ko di misura nel derby. Scelte figlie dell’atteggiamento poco reattivo e determinato del portoghese in occasione del poker incassato per mano della Lazio e del derby di Supercoppa in Arabia, stravinto dall’Inter per 3-0. Di diverso tenore le due esclusioni di aprile contro Empoli e Bologna, che arrivano invece per preservarlo per la doppia sfida di Champions contro il Napoli in cui Leao è semplicemente devastante.
LUIS CASTRO A CM: "LEAO NON E' UN TOP, NEMMENO IN PORTOGALLO"
E arriviamo così all’attuale stagione, nella quale non si è mai avuta la sensazione che tra Leao e Fonseca sia scattato il feeling. Il tecnico lo punisce con la panchina nella gara dell’Olimpico contro la Lazio - a causa della prova svogliata di Parma - e in cambio riceve una sorta di ammutinamento durante il cooling break (insieme a Theo Hernandez) ma anche il gol del definitivo 2-2. Prima di arrivare al trittico Udinese-Bruges-Napoli, l’esterno sinistro del Milan incassa non senza fastidio anche i cambi prima del 90° contro Venezia ed Inter, in occasione dei quali non fa nulla per nascondere il proprio disappunto, e poi quello di Firenze, che sfortuna vuole che coincida con una sconfitta. Una serie di passaggi nei quali, nella testa del calciatore, si è probabilmente costruita a consolidata la certezza che Fonseca ce l’abbia con lui per qualche ragione e che fra tutti lui sia quello condannato a pagare il prezzo più caro.
Una versione dei fatti sempre respinta dall’allenatore del Milan (anche nell’ultima conferenza stampa alla vigilia del Napoli) e che non trova conferma nemmeno nelle ricostruzioni che arrivano dall’ambiente rossonero, sia a livello di dirigenti di campo che non di campo. La Gazzetta dello Sport ha raccontato del contatto tra l’ad rossonero Giorgio Furlani e l’entourage del calciatore dopo la partita contro il Bruges per fare chiarezza sul delicato momento attraversato da Leao. E in questi ultimi giorni pure Zlatan Ibrahimovic, nelle vesti di consulente di RedBird e di ex compagno di squadra, sta cercando di lavorare sulla testa del giocatore per spronarlo a reagire e a tirare fuori tutto il suo potenziale. Lo stesso obiettivo che si è prefissato Fonseca, che ha optato per una terapia d’urto per guarire il “malato” e riportarlo sulla retta via, quella secondo cui senza la squadra non si va da nessuna parte.
DEL PIERO: "LEAO, E' UN PROBLEMA DI MENTALITA'"
Alla luce delle evidenti difficoltà attraversate da Leao, figlie anche di una condizione atletica lontana da quella ottimale dopo le fatiche estive degli Europei e una preparazione incompleta col Milan, inevitabilmente sono tornate a risuonare le sirene del calciomercato. In particolare hanno ripreso consistenza alcune indiscrezioni dalla Spagna circa un rinnovato interesse del Barcellona per il calciatore portoghese. Considerate le buone relazioni tra il suo agente Jorge Mendes e la dirigenza catalana -in primis il ds Deco - qualcuno ha provato a fare 2+2, ma ad oggi sono diverse le circostanze per le quali questa ipotesi è da considerarsi non troppo calda. Il contratto di Leao col Milan è lungo (scadenza 2028), c’è una clausola rescissoria da 100 milioni di euro e soprattutto il Barcellona, dopo aver rinunciato anche per motivi economici a Nico Williams (il primo vero obiettivo per la fascia sinistra), ha riscoperto in quella posizione Raphinha. Giocatore acquistato per 58 milioni di euro solo due anni fa e pienamente rivalutato dalla gestione Flick.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui