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Le sliding door di Buffon: "Atalanta e Barcellona erano opzioni concrete. Niente gara d'addio all'Italia, il motivo"
"Avevo già lasciato la Nazionale, quando Gigi Di Biagio, subentrato a Ventura, mi propone di tornare, per aiutare l’inserimento di Donnarumma. Accetto volentieri. Torno nella stanza 209 di Coverciano. Ma sui giornali e sui social comincia una campagna contro dime: Buffon è vecchio, ma non vuol farsi da parte... Fabbricavano meme in cui io, rugoso, proclamavo: punto ai Mondiali del 2500! Era tutto palesemente orchestrato da qualcuno, forse un procuratore. Così rinunciai".
NIENTE ADDIO - "Il presidente Gravina gentilmente mi offrì di organizzare una partita di addio. Risposi che non ce ne sarebbero state".
ATALANTA - "Mi voleva l’Atalanta. Gasperini mi scrisse un WhatsApp: “Con te vinciamo la Champions”. Fu Pirlo a convincermi a restare alla Juve. Avevo poi un’offerta dal Barcellona come secondo portiere: l’idea di giocare con Messi, dopo CR7, mi piaceva. Un giorno però stavo guidando, e alla radio danno una canzone di Jovanotti che ho amato molto e non sentivo da dieci anni: “Bella”. Alzo lo sguardo, e vedo il casello di Parma. Un segno. Chiudere dove tutto era cominciato".
CHAMPIONS SFUMATA - "Mai vinto la Champions? Parlo delle mie tre finali. Il Barcellona del 2015 e il Real Madrid del 2017 erano le squadre più forti degli ultimi vent’anni. E nel 2003 avevamo comunque di fronte il Milan di Shevchenko. Col Psg? Avevamo vinto 2-0 a Manchester con lo United. Capivo che non stavamo preparando in modo giusto il ritorno. Ma non lo dissi: in fondo ero l’ultimo arrivato, forse avevo ancora una mentalità provinciale, in fondo quelli erano tutti campioni, Mbappé aveva appena vinto il Mondiale... Prendemmo gol subito per un errore difensivo, il secondo fu anche colpa di una mia respinta imprecisa, beccammo il terzo e fummo eliminati. Non avevamo preparato in modo giusto il ritorno".