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    Le parole di Lukaku e quelle di Ausilio: le condizioni per un ritorno all'Inter

    Le parole di Lukaku e quelle di Ausilio: le condizioni per un ritorno all'Inter

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    Romelu Lukaku ha clamorosamente riaperto le porte ad un incredibile ritorno all'Inter. Ad appena 5 mesi dall'addio al club nerazzurro, da fresco campione d'Italia, per provare a vincere la sua personale scommessa di imporsi da protagonista anche nel Chelsea (con cui aveva già giocato dal 2011 al 2013) e in Premier League, il centravanti belga ha rilasciato delle dichiarazioni esplosive circa il suo malessere nella squadra londinese ed in particolare nei confronti dell'allenatore Thomas Tuchel. Parole di circa 3 settimane fa, che non rendono tuttavia meno pesante il loro contenuto: un attacco al sistema di gioco del tecnico tedesco, che non ne valorizzerebbe le caratteristiche, e soprattutto parole di amore per l'Inter e i suoi tifosi. Abbandonati anche per andare a percepire un ingaggio superiore rispetto a quello elargito dai nerazzurri, circa 12 milioni di euro netti a stagione.

    GLI INDIZI - Lukaku ha dichiarato senza troppi giri di parole che sogna di ritornare a Milano per indossare nuovamente la casacca nerazzurra e di essere disposto a farlo non a fine carriera, ma ancora nel pieno del suo potenziale: considerando che il prossimo maggio il nazionale belga compirà 29 anni, la sensazione è che, se dipendesse solo da lui, a giugno sarebbe più che pronto a bussare alla porta di Marotta ed Ausilio per riproporsi. Quello stesso Ausilio che, in una recente intervista, aveva risposto in una maniera che, alla luce delle frasi di Lukaku, non chiudeva affatto all'ipotesi del ritorno del figliol prodigo: "Se riprenderei Lukaku? Sì, in prestito". Fornendo qualche indizio sulla fattibilità di un'operazione che - è bene precisarlo - ad oggi presenta più difficoltà che altro.

    CHE BALZO - Lukaku fu acquistato dall'Inter per 65 milioni di euro più bonus nell'estate 2019, in un periodo storico in cui la potenza economica della famiglia Zhang  appariva ben diversa rispetto a quella attuale e le ambizioni di grandeur correvano di pari passo con investimenti che avrebbero portato in nerazzurro altri pezzi da 90 come Antonio Conte e Achraf Hakimi. Protagonisti dell'ultima trionfale cavalcata verso il 19esimo scudetto e, guarda caso, tutti quanti lasciati andare per esigenze di bilancio e come conseguenza della politica di ridimensionamento dei costi imposti da Suning e dalle politiche dettate dal governo cinese. Nello specifico, Lukaku si è trasferito al Chelsea per 115 milioni di euro e, come già detto, ha visto passare il suo stipendio da 7,5 milioni ai 12 garantitigli dal  contratto sottoscritto coi Blues, con scadenza nel 2026. Un impegno economico esorbitante sostenuto dal club di Roman Abramovich, convinto di aver consegnato a Tuchel una macchina da gol capace di alzare ulteriormente il tasso qualitativo di una squadra che solo nel maggio scorso si laureava campione d'Europa battendo il Manchester City di Guardiola nella finale di Champions League.

    IL CHELSEA RISCHIA IL FLOP - Tra problemi fisici, postumi delle fatiche di una stagione come quella passata conclusasi a luglio inoltrato con l'Europeo e le incomprensioni tattiche con un allenatore ben diverso da Conte, Lukaku non è andato per oltre i 5 gol in Premier (due dei quali nelle ultime due partite, ma era a secco da settembre) e i 2 in Champions contro lo Zenit, ininfluenti per evitare il secondo posto nel girone alle spalle della Juve. In vista della seconda parte di stagione, il primo compito del Chelsea e di Tuchel sarà di stimolare e sollecitare Lukaku a tirare il meglio di sé, per non disperdere del tutto l'oneroso investimento sostenuto soltanto pochi mesi fa. Oggi il belga è un giocatore difficilmente piazzabile sul mercato a determinate condizioni e solo un prestito scongiurerebbe l'ipotesi di andare incontro ad un flop tecnico ed economico totale. L'Inter, che ha saputo rimpiazzare a dovere il suo ex numero 9 con un calciatore di grande affidabilità ed esperienza ma certamente non futuribile come Dzeko, non prende ufficiosamente e ufficialmente posizione, ma in fondo Ausilio ha dettato la strada. Cessione a titolo temporaneo e una drastica riduzione dell'ingaggio: solo così il Lukaku-bis sarebbe realizzabile.

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