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Le lacrime e la promessa sul gesso: Tamberi vendica Rio, a Tokyo il sogno più bello
Lacrime di gioia, tante quelle che rigano il volto di Gimbo dopo la conquista dell'oro, pur arrivato ex aequo con il qatariota Mutaz Essa Barshim al termine di una gara incredibile. Perfetti entrambi fino ai 2.37, ai 2.39 si fermano ma restano comunque i migliori. E così arrivano al bivio, condividere la massima medaglia o giocarsi il tutto per tutto allo spareggio. Qualche attimo di esitazione, neanche troppi, poi la decisione: oro e festa per entrambi.
E' un sogno per Tamberi, ma anche la fine di un incubo e di un'attesa durati cinque anni. E' la rivincita contro la sorte, quella rogna che nel 2016 gli portò via i Giochi di Rio e la possibilità di giocarsi già lì una medaglia con ottime chance. Tutto per quella notte maledetta del 15 giugno all'Herculis: firma il record italiano a 2.39, un centimetro in meno di quel Barshim con cui adesso condivide l'oro olimpico, prova a superarsi con i 2.41 ma al secondo tentativo il disastro, il grave infortunio alla caviglia sinistra con lesione al legamento deltoideo che gli impedisce di volare in Brasile. "Svegliatemi da questo incubo... Ridatemi il mio sogno vi prego...", scriveva Gimbo in lacrime sui social.
Vedeva solo buio, ma da lì si è rialzato e ha fatto una promessa, quella di riprendersi tutto quello che gli era stato tolto. Una promessa scritta sul gesso portato per tanto tempo alla gamba e che si è portato in Giappone per tenerlo accanto a sé nel momento più importante. "Road to Tokyo 2020", anzi 2021 visto lo slittamento causa Covid. Il gesso è lì, a ricordargli tutto quello che ha sofferto e tutto quello per cui ha lottato in questi cinque anni. Il gesso è lì, nella sua mano, quando esplode la gioia per l'impresa compiuta. Il gesso è lì, a dare una speranza a tutti di poter superare le avversità per realizzare il proprio deiderio con la forza di volontà e l'impegno. Tamberi lo ha fatto, l'incubo è alle spalle e ora non vuole essere svegliato: questa volta, da un sogno dolce come non mai.