Le certezze del Mondiale implodono, il fascino mai
Già me li vedo adesso i gallinai dei professionisti della critica, le mani avanti dei tuttologi del pallone, pronti a ‘buttare via il bambino con l’acqua sporca’. “L’eliminazione del Brasile è il giusto epilogo di un mondiale mediocre!”…”I campioni strapagati dai clubs hanno snobbato la competizione”…”Le grandi federazioni hanno fallito”… “Lo spettacolo latita, lo share è ai minimi storici!”. Troppo comodo, fin troppo facile, niente di più lontano dalla realtà. Mentre scrivo due grandi squadre si sono giocate le semifinali, dando vita ad un match memorabile. Altre quattro, oggi faranno lo stesso. Queste squadre, assieme all’Olanda già qualificata, in questo momento, rappresentano il meglio del calcio mondiale. Ci piaccia o no, fra queste mancano Italia, Francia, Inghilterra e Brasile. Manca, cioè, la storia stessa dei mondiali. Ma questa considerazione, anche se ha dell’incredibile, di certo non toglie meriti a chi vince, semmai li amplifica. Vivaddio il calcio si evolve. Le sue certezze implodono. Il suo verbo si diffonde al di là dei soliti confini. La storia si riscrive ma, al netto dei cambiamenti, rimangono inalterate la bellezza, il fascino e l’emozione che solo questo sport è in grado di trasmettere, nonostante la payperview e malgrado gli higlights in differita. Il pallone è rotondo. A volte rotola da una parte, a volte dall’altra. L’importante è che ci faccia divertire. Non so voi, ma che sia al cuore dell’europa o alle falde del kilimangiaro, io ancora ci riesco a farmi emozionare da una palla.