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Le bugie di Pallotta, i 13 allenatori di Lotito: l'estate nera del calcio capitale
Pallotta è diventato una certezza: se volete sapere cosa combinerà, ascoltate ciò che dice e date per sicuro che farà esattamente il contrario. E’ arrivato e ha garantito che la Roma avrebbe giocato nel nuovo stadio forse già nel 2016, al massimo nel 2017. Il 2016 è oggi, il 2017 è domani e manca ancora la prima pietra. Poi c’è Totti. Messo subito in un angolo cinque anni fa, quindi trasformato in una sorta di divinità al punto che “deciderà lui quando smettere”. Macché: a metà di quest’ultima stagione il presidente americano ha cambiato idea e di Francesco non voleva più saperne. Ma si è arreso a quel suo incredibile finale di campionato e gli ha finalmente rinnovato il contratto. Magari ad agosto, se non segnerà nelle prime due amichevoli, si arrabbierà con chi lo ha fatto firmare: lui stesso. Tutto e il contrario di tutto. Come con Sabatini, del resto: prima gli dà il permesso di svincolarsi interrompendo il contratto, poi glielo nega.
Ma è sul mercato che Pallotta offre il meglio: tengo tutti, compresi Pjanic e Nainggolan, diceva qualche tempo fa indispettito. Poi devono avergli spiegato che il bosniaco può fare ciò che desidera, per via di una clausola nell’accordo tra giocatore e club: ma io voglio che resti. Infatti è andato alla Juve. Se magari gli avesse rinnovato e adeguato il contratto, non lo avrebbe fatto. Ora si aspetta di capire come andrà a finire con Nainggolan, la sensazione è che sia destinato al Chelsea. Ma il presidente non ci farà troppo caso, né penserà di avere preso in giro i tifosi garantendo loro il contrario: noterà molto di più i milioni che entrano nelle casse della società. Poi arriva il dg Baldissoni il quale ci spiega che il presidente non può essere accusato di non mantenere la parola data. Ah no?
Capitolo Lotito. Abbiamo contato 13 diversi allenatori che ha contattato nelle ultime settimane: una barzelletta. Tra questi anche uno, Ventura, con cui ha parlato nella sua doppia inquietante veste: consigliere federale (quindi voleva affidargli la panchina della Nazionale) e presidente della Lazio (quindi pensava di portarlo in biancoceleste). Ha parlato con tecnici che costano tanto e con altri che hanno ingaggi molto ridotti; con giovani e vecchi; con chi preferisce la difesa a tre e con chi punta su quella a quattro. Insomma: con chiunque. Almeno tre gli affari che sono stati dati praticamente per conclusi, osservando la frequenza dei contatti: Sampaoli, Prandelli, ora Bielsa. Con Cesare c’è anche una stretta di mano, una specie di patto tra gentiluomini. Viene da sorridere.
Così va oggi il calcio a Roma, con la Roma di Pallotta e la Lazio di Lotito. Poi dicono che è colpa della gente, che i tifosi da queste parti sono rompiscatole. Falso. Vorrebbero, semplicemente, presidenti che fanno sì i loro interessi, ma con buon senso e rispetto. E’ troppo?
@steagresti