Il Chievo (poi fallito) rivendica la validità di una carta privata, firmata nel 2014 da Giovanni Sartori e da Rinaldo Ghelfi, all’epoca dirigenti dei veneti e dell'Inter, in base alla quale al Chievo sarebbe spettato il cinquanta per cento (poco meno di 10 milioni) dell’eventuale cessione a titolo definitivo di Pinamonti, nel 2019 dato al Genoa in prestito con obbligo di riscatto, poi regolarmente esercitato per diciannove milioni e mezzo. I nerazzurri poi ne riacquisiscono l’intero cartellino per 21 milioni.