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Le 10 partite di A in 10 orari diversi: non siamo nostalgici noi, siete folli voi
In tutti questi anni ne abbiamo viste di ogni colore. Eravamo a Parma quando per la prima volta si è giocata una partita all'ora di pranzo, l'avversaria era la Juve e i dirigenti emiliani offrivano Parmigiano-Reggiano e ridevano stupiti di quella situazione (era il 9 gennaio del 2000 e Ancelotti era l'allenatore dei bianconeri, che vincevano 1-0 e vennero raggiunti a tempo scaduto dai gialloblù ridotti in nove). Quasi impassibili abbiamo assistito alla progressiva invasione delle televisioni, le quali in nome dei soldi – che pagano – hanno preteso tanto, sempre di più, sicuramente troppo.
L'ultima novità, che la Lega di Serie A prenderà in esame lunedì, va però oltre ogni immaginazione: dal prossimo campionato le 10 partite saranno giocate in 10 orari differenti. Quattro il sabato, cinque la domenica, una il lunedì: una di seguito all'altra, senza respiro. Il motivo? Soprattutto tecnico, o tecnologico: in questo modo la trasmissione via web di Dazn, che ha acquistato i diritti, non andrà in difficoltà. Ma come, non avevate garantito – tutti quanti – che non ci sarebbero stati problemi, perché il nostro Paese è più evoluto di quanto non si possa pensare e perché Tim è partner di Dazn? Non ci avevate detto: tranquilli, potrete vedere in santa pace le partite per le quali pagate l'abbonamento?
Qualche problema evidentemente c'è, e la soluzione è ai confini del delirio: nessuna partita si giocherà in contemporanea. No, non siamo nostalgici noi: siete folli voi.
@steagresti