Lazzari 'a metà strada': che ne sarà di lui nella Lazio di Sarri?
A METÀ STRADA- Osservando attentamente la Lazio di Inzaghi vi sarete accorti che spesso non difendeva a cinque dietro, arretrando entrambi i laterali. Lazzari sovente rimaneva alto. Il 3-5-1-1 col trucco, lo chiamo io, che se lo guardi a modo in certi casi assomiglia molto a un 4-4-1-1 in fase difensiva. Lazzari si saldava ai tre centrocampisti Sergej, Leiva e Luis Alberto, in modo da essere poi più efficace nelle ripartenze.
Eccone un esempio contro lo Spezia. Sul lancio del centrale spezzino la difesa di Inzaghi fa a meno di Lazzari tramite lo scivolamento a destra del braccetto Felipe. E Marusic (il quinto opposto a Lazzari) stringe e si abbassa a formare una linea a quattro provvisoria. Questo automatismo poi poteva essere più o meno simmetrico, ma in generale si dava a Lazzari un potere di spinta maggiore, anche a partire dalla posizione media che occupava.
Ebbene, è proprio questa posizione che è a metà strada tra due ruoli-funzioni nel sistema di Sarri. Diventerà terzino o esterno alto Lazzari?
LE CORSE DI LAZZARI - La spiccata vocazione offensiva del quinto di Inzaghi deve essere interpretata. Infatti situazioni come quella qui sotto (immagini tratte da Lazio-Spezia) potrebbero indurci in tentazione. Non si intravede in questo momento una scintilla di 4-3-3, con Correa e Lazzari esterni e Immobile al centro?
È una transizione questa, non bisogna illudersi. Lazzari alla Lazio si è specializzato in questo tipo di corse. Dritte, per lo più, a sorprendere il terzino avversario come un siluro sganciato all’improvviso. E così la Lazio, che sa palleggiare e ricamare anche molto bene, talvolta in due passaggi andava in porta. Taglio crea-spazio di Immobile, Correa converge e imbuca sulla corsa di Lazzari. Bastoni bruciato.
UN FISSATORE D’AMPIEZZA - Inoltre Lazzari, quando la Lazio si assestava nella metà campo avversaria, veniva utilizzato da Inzaghi soprattutto per fissare l’ampiezza sul lato debole. Il taglio ‘alla Callejon’ o comunque l’inserimento verso la porta da quella parte spettava tendenzialmente a Sergej Milinkovic-Savic. Esempio famoso lo splendido gol del serbo proprio contro la Juve di Sarri, nato da un lancio illuminante di Luis Alberto. È così che la Lazio assegnava la funzione importante del ‘taglio’ non all’esterno alto che non poteva avere (per scelta di sistema), ma alla mezzala di cui disponeva. Perché in campo poi le cose da fare sono quelle.
E di fatti non sono mai stati molti i gol di Lazzari. Non stiamo nemmeno parlando di un Gosens, per intenderci, che è un giocatore che ha corse più oblique verso la porta. Diventa perciò davvero difficile immaginare Lazzari esterno alto con Sarri. Inoltre saper tagliare coi tempi giusti come faceva Callejon, be’ questo Lazzari potrebbe anche riuscirci avendo timing e velocità. Il problema è che a un esterno alto Sarri chiede molte più cose, con e senza palla.
ESTERNO ALTO NEL 4-3-3? - Callejon sapeva anche smarcarsi per ‘giocare dentro’. E ‘dentro’ bisogna saperci stare tecnicamente. Normale dunque sentire i nomi di Ilicic e Politano. Loro già conoscono un certo tipo di associazioni tra le linee. Ricordo una splendida azione del Napoli di Sarri, un’azione manifesto contro la Spal di allora. Seguite il lavoro di Callejon, la complessità di movimenti e tocchi richiesti a un esterno alto.
Lo spagnolo va incontro al terzino Hysaj dentro al campo, Hysaj gliela gioca e si apre per riceverla di nuovo in appoggio laterale.
Dopo lo scarico, Callejon attacca lo spazio alle spalle del quinto, tra il quinto e il braccetto della Spal. Allan a sostegno riceve da Hysaj e mentre Callejon diventa vertice del rombo, il brasiliano serve Mertens smarcatosi in zona luce tra le linee.
Adesso è Allan che attacca l’area senza palla. E Mertens gioca svelto per il vertice Callejon.
Allo spagnolo ora basta un tocco per mettere in porta Allan. Un tocco che però deve essere di assoluta qualità. Per giocare con Sarri esterno alto bisogna brillare nello stretto. Essere micidiale come Lazzari a campo aperto, con le praterie davanti, è praticamente secondario.
TERZINO IN UNA LINEA A QUATTRO? - Non ci resta che ipotizzare una conversione a terzino in una linea a quattro. Cosa ahimè non scontata ma d’altra parte forse non impossibile. O comunque, maggiormente possibile rispetto all’altro scenario che vede Lazzari esterno alto. Il problema non è tanto il solito luogo comune del giocatore ‘che deve imparare a difendere’. Il problema è la continuità di concentrazione richiesta all’interno della singola gara a questo benedetto terzino di Sarri. Il passaggio dalla difesa a tre alla difesa a quattro comporta un upgrade innanzitutto quantitativo per Lazzari. Le situazioni difensive che dovrà affrontare saranno banalmente di più e lui non avrà più le pause di responsabilità che poteva permettersi con Inzaghi. Un esempio e concludo: su questo cross di Karsdorp per Dzeko, c’è Patric sul bosniaco, è Patric che in qualità di braccetto funge da quarto difensore, dunque da terzino vero e proprio (contate i marcatori celesti, da Marusic a Patric stesso). Lazzari qui fa la diagonale come un centrocampista esterno, è deresponsabilizzato in un certo senso.
Può permettersi di osservare Patric in difficoltà sul centravanti della Roma. Con Sarri invece lì ci sarebbe lui al posto di Patric. E tutte le volte. Riuscirà Lazzari ad affrontare i possibili mismatch? Sarri se lo starà già domandando.