La Lazio torna a lavorare, Ravel Morrison no. Alla ripresa degli allenamenti, ieri pomeriggio a Formello, Pioli non ha trovato i dodici calciatori impegnati con le rispettive nazionali, l’olandese Edson Braafheid in permesso e il giovane centrocampista inglese. Nessun caso e nessuna sorpresa per la società, l’assenza di Morrison è stata concordata con i dirigenti biancocelesti: Ravel si è fermato in Inghilterra per problemi familiari, oggi è atteso a Formello per riprendere gli allenamenti. Il mistero, semmai, è rappresentato dal rendimento del talentuoso Morrison nei primi due mesi con la Lazio. I numeri sono impietosi: mai titolare nelle prime undici partite ufficiali, appena 61 minuti in campo, compreso l’impalpabile secondo tempo nella pesante sconfitta subita a Verona contro il Chievo. Peggio del britannico solo il giovane Patric e il desaparecido Braafheid. Magari hanno influito le questioni familiari, ma in questi giorni in Gran Bretagna Ravel ha comunque trovato il tempo, tra un problema e l’altro, per gridare la propria insoddisfazione in un’intervista al « Sun». «Ho una brutta etichetta addosso - ha spiegato - quanto la gente sente il mio nome pensa: "È giovane e combina guai". Ma io non sono un problema, sono solo incompreso». Parlare del suo calcio qui a Roma è difficile, perché Morrison - come riporta il Tempo - ha giocato davvero poco. Doveva essere il nuovo fenomeno della Lazio, presentato dal direttore sportivo Igli Tare come un centrocampista «dalle qualità fuori dalla norma, un ragazzo che ha risolto i problemi personali e sarà importante per la squadra». Dopo un ambientamento a dir poco difficile e il ritorno anticipato in patria a inizio maggio per non turbare l’equilibrio di una squadra a caccia della Champions, ad Auronzo Ravel sembrava aver riconquistato Stefano Pioli: «A febbraio ci avevano mandato il fratello - spiegò il tecnico lo scorso luglio - ora è tutta un’altra storia». La nuova storia, però, è durata poco. Qualche minuto contro Juventus e Bayer Leverkusen, l’intero, impalpabile secondo tempo col Chievo e poi soltanto voci di mercato, malumori veri o presunti e un sincero scambio di opinioni con mister Pioli. «Ravel ancora non parla una parola d’italiano, anche questo sta ritardando la sua crescita», ha spiegato il tecnico. «Tevez ha giocato in Inghilterra ma non ha mai parlato inglese, poi ha giocato in Italia senza conoscere l’italiano», ha replicato Morrison attraverso Twitter, salvo poi rinnegare tutto incolpando un amico gestore del suo profilo personale. Eppure, giusto una settimana fa, lo stesso Pioli ha voluto riaprire la porta all’incompreso Morrison: «Si sta allenando bene - ha osservato l’allenatore - arriverà anche il suo momento». Aspettando e sperando nella chiamata di Pioli, Ravel farà bene a presentarsi in perfetto orario oggi a Formello dopo il soggiorno prolungato in Inghilterra. Perché le occasioni finiscono anche qui.