Laziomania: una disperata difesa di una vita da Djordjevic
Luca Capriotti
.Ogni giorno un Djordjevic si sveglia e ha al suo fianco sua moglie Jovana. E di sicuro anche l'inizio settimana , perfino nella sua variabile se possibile più splatter, dopo un weekend di sosta per il campionato, ogni lunedì, perfino i martedi si può sorridere.
Ogni giorno un Djordjevic si sveglia, e pensa forse con un po' di malinconia alla sua Ligue 1, a suon di gol, abbandonata perché ogni attaccante sa che il mondo è bello perché è vario, ma le difese più sfidanti, i campi più ostili, le sfide più affascinanti sono in Serie A. Magari la Premier sarà più prestigiosa, la Liga dominata da razze aliene e la Bundes più imprevedibile, ma la A resterà sempre la A. Ecco magari Djordjevic il momento di arrivare in A, ripensandoci, se lo immaginava diverso. Magari si aspettava un destino diverso, una svolta improvvisa (se fosse entrato quel doppio palo contro la Juventus)). Si aspettava quello che si aspettano tutti: successo, fama, gol. Anche se per noi i gol al massimo ce li aspettiamo al torneo al Cisco Collarino.
Ogni giorno un Djordjevic si sveglia e legge che Balotelli, in Costa Azzurra, non è andato a svernare ma ogni tanto sorride perfino, e segna. E Djordjevic quelle difese le conosce. Quanto le conosce, quanto ne ha saggiato i meccanismi imperfetti, gli automatismi monchi.
Ogni mattina un Djordjevic si sveglia e pensa a correre più veloce di Immobile, il suo diretto concorrente per la maglia. Ed è una condanna, dover correre di più, segnare di più, di uno che corre così tanto, e segna altrettanto.
Ogni mattina un Djordjevic si sveglia e ripensa ai fischi dell'Olimpico. È uscito fuori, Dio sa solo chi l'ha messa in giro, che vuole andare via dalla Lazio. I tifosi fanno due più due. Ecco perché trattiene lo scatto. Magari non è vero, però lo sembra. E se lo sembra, potrebbe diventare vero. Poi il tifoso non vive di filosofie oscure, ma va sul pratico: o sei con noi, o sei già quasi della Roma. E non è detto che se sei con noi, non possiamo comunque pensare che sei della Roma. Vero, Candreva?
E ogni giorno un Djordjevic si sveglia, e legge sul giornale che il Lione, proprio il Lione, non proprio l'ultima in Francia, anche se adesso a regnare sono altre, il Lione offre soldi, cash per Djordjevic. Poi legge. Ma Lotito rilancia: vuole di più.
Ogni mattina un Djordjevic si alza, e sa che dovrà correre più veloce di Immobile, e delle voci di mercato, del Lione, e di Lotito. Ogni mattina ogni giocatore della Lazio sa che, se vorrà andare via, dovrà trattare.
Non importa che tu sia a 0 reti o voglia andare via. Ogni mattina un Djordjevic si alza, pensa alle trattative col presidente della Lazio. E si gira dall'altra parte, con la testa sotto al cuscino, e sa solo che dovrà correre, correre molto più veloce di Immobile.
E ci sentiamo di comprenderlo a fondo, perché perfino il calcio è baro. Se avesse segnato in quella finale di Coppa Italia, al di là della cifra tecnica, al di là delle sue effettive qualità. Forse la sua storia sarebbe stata diversa. Ma ogni mattina Djordjevic si sveglia, e quel gol non è entrato, e lui deve correre, correre più veloce di Immobile. Sarà che con queste figure un po' tristi un po' sfortunate ci siamo nati, sarà che alla fine fanno da sempre parte della nostra storia. Ogni giorno un Djordjevic si sveglia, e adesso ci sembra un po' più laziale.