Calciomercato.com

  • AFP/Getty Images
    Laziomania: un’altra figuraccia

    Laziomania: un’altra figuraccia

    La Lazio è sparita. Eppure sono passati meno di 4 mesi da quando si imponeva proprio al San Paolo e proprio contro i partenopei guadagnandosi l’accesso ai preliminari di Champions League. La squadra di Stefano Pioli sembra non essere più quella costruita con sagacia ed intelligenza nella scorsa stagione. Non è nemmeno lontana parente di quella compagine che dominava tutte le avversarie correndo di più, giocando meglio, prendendo pochi gol e segnandone tanti. Come si è arrivati ad una situazione come questa? Le responsabilità vanno di certo ripartite tra società, tecnico e giocatori come è giusto che sia. Ma tutto quello che sta accadendo era stato ampiamente previsto. Un mercato che tutti o quasi hanno definito insoddisfacente, dei rinnovi che non sono arrivati e che pesano sulle spalle dei giocatori come macigni, una querelle sul capitano che ha fatto accapponare la pelle per la gestione ed alcuni atleti che hanno iniziato la stagione sperando cantassero le sirene di club più ambiziosi. Oltre a tutto questo, ci sono dei pessimi risultati: la finale di Supercoppa persa contro la Juve, il preliminare contro il Leverkusen che ha ‘retrocesso’ la Lazio in Europa League, la batosta con il Chievo Verona a cui aggiungere anche i 5 gol subiti contro il Napoli. La società compare solo quando si vince mentre quando si perde scarica le responsabilità su tecnico e squadra che per carità ne hanno, ma non nella percentuale che vogliono far credere. Insomma un momento disastroso per i colori della squadra romana che deve riprendersi il prima possibile, deve ricompattare un ambiente disintegrato dai risultati negativi, dalle polemiche e da situazioni extra campo. Mauri e compagni rimarranno in ritiro a Formello fino alla gara contro il Genoa, una punizione per tutti: ‘Bisogna guardarsi negli occhi’ ha detto Pioli in conferenza stampa, ma si doveva arrivare per forza a questo per capire che qualcosa non andava? Eppure in molt questo campanello d’allarme lo avevano già suonato.

    Altre Notizie