Laziomania: tutto contro: Dazn, Maximiano, l'arbitro, ma non basta
DESTINO CONTRO - Se, a proposito di antichi romani, nelle interiora di questo Lazio-Bologna pre-Ferragosto dobbiamo leggere qualcosa del futuro di questa stagione, allora sarà roba di cuore, di forza, di destino contro. La Lazio comincia, e in 45’ rosso del portiere e rigore contro, in due azioni diverse. Una roba che, alla prima giornata, sa quasi di tirata d’orecchie del destino: si comincia con una super salita davanti, un Pordoi da scalare a suon di polmoni e fatica.
DAZN CONTRO - Tutto contro, pure Dazn. Aivoglia a giustamente sacramentare contro la pirateria, finché non si sistema questo servizio legalissimo e fallatissimo: i tifosi da casa hanno potuto vedere forse 20 minuti di partita, in una sacrestia colma di incensi vogliosi di comunicare alle costellazioni una certa contrarietà. Belli i servizi, le intervistine glamour e pop, ma poi è la partita che conta: dopo un anno difficile è francamente inaccettabile ricominciare così. E scusarsi in telecronaca non basta: qui servono risarcimenti e seri provvedimenti. La colpa è dei vertici, di Dazn e del calcio: se non cadono teste (tanto non sono in grado, figurati), almeno comincino a ragionare su come migliorare questo benedetto prodotto. Altrimenti siamo ai livelli della Pizia: non si capisce cosa faccia vedere 10 minuti e cosa no, e non bastano riti propiziatori. Lazio come Dazn: comincia malissimo ma almeno finisce con 3 punti. Per intendersi: i 3 punti di Dazn saranno almeno un mese gratis di risarcimento. Il resto è l'arbitro.
FATTORE VOGLIA - L’Olimpico è bello, ruggente, d’altri tempi, una tana risvegliata dopo un lungo torpore. Il patto con questa squadra va oltre un avvio complicato dai centimetri dentro o fuori e dalla voglia di stupire di Maximiano, dalla sfortuna ingenua di Zaccagni: l’Olimpico sembra crederci subito dopo il rosso che condannerà la Lazio a 45 minuti feroci in inferiorità numerica. Lo stadio vuole, Immobile si fa interprete e simbolo di volontà riflessa e sua: corre, si intestardisce, cerca e richiede ai suoi reazione e sudore e rimonta. E la ottiene. Ah, attenzione a Cancellieri. Lo vedremo molto spesso in campo, ve lo preannuncio.
QUELLO CHE SERVE - Cosa serve, già si capisce. Solo Tare può rispondere come ha risposto, senza ridersi addosso. Che sia ultra necessario un terzino sinistro di piede sinistro è talmente palese che perfino lui lo dovrebbe ammettere. Ha blindato Luis Alberto – ma il campione là in mezzo è Milinkovic Savic, ricordiamolo sempre, e lo sapete che adoro lo spagnolo – ma qui serve blindare la corsia. Basta figli, figliocci, pupilli volenterosi di Kezman: qui serve uno che faccia quel ruolo. E che sia benedetto da Sarri.
LA LAZIO DI IMMOBILE - Chi aveva paura che le gerarchie fossero fragiline dopo le cessioni e gli accantonamenti e gli addii si dovrà ricredere: Immobile protesta, lotta, arde di passione per questa rimonta sin da subito. Litiga con Arnautovic e lotta su ogni pallone sporco che arriva, pulisce e raffina, duetta e prova in ogni modo a cambiare l’inerzia voluta da un fato contrario. È sempre più sua questa Lazio, e di Romagnoli: c’è sempre anche lui a difesa dei suoi, sempre lui a discutere, a spiegare, a fare di una fede uno scudo e una bandiera e qualcosa di più di un semplice pezzo di cotone e altre cose artificiali. La Lazio per lui è altro, e si vede. E si sente dentro. La Lazio con lui si è ripresa ciò che già gli apparteneva per fibre nervose e cuore e anima profonda.
LA STAGIONE CONTRO - Questa non sarà una stagione balneare a pelo dell’acqua, ma una profonda fossa in cui scopriremo altro di noi, di questa squadra, di Sarri, forse perfino delle nostre priorità nell’essere tifosi. Questa squadra chiederà tanto e darà tanto, e pretenderà da questo campionato ciò che è giusto. Con tutta la forza che serve per remare contro, solcare contro, alzarsi contro una corrente avversa e un fato nocivo. Nocivo lo è stato, ma inutilmente. Tutto contro, tranne Immobile. E che sia di auspicio per il resto della stagione. Tutto contro, tranne noi.