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    Laziomania: tutti vissero felici e contenti (tranne Biglia)

    Laziomania: tutti vissero felici e contenti (tranne Biglia)

    • Luca Capriotti

    Un popolo che fa arrabbiare i santi, i navigatori, i poeti. E ieri alla fine della partita stavolta Biglia si è arrabbiato. Almeno si è stizzito, si è incupito, ha risposto picche. Ma andiamo con ordine, risaliamo per intero la "rosicata" del capitano della Lazio.

    Tutto parte da un tweet del suo procuratore, che ringrazia lo staff medico. Tutto normale, tutto bene quel che finisce bene, Biglia è appena tornato, Inzaghi gli ha regalato minutaggio dopo l'infortunio, recuperato a tempo di record. Tutto male, perché in tempi di polemiche tra ambiente e staff medico (che coinvolge l'Urbe intera, vista la "gaffe" dell'altrui reparto dell'infortunio di Florenzi), ringraziare lo staff medico "dell'Argentina", esclude quello biancoceleste. Per carità, secondo le malelingue, le suocere, le vecchiette da ago e cucito, depositarie dell'antico credo "a pensare male si fa peccato". Ma spesso ci si azzecca.

    E così, come in tutte le favole biancocelesti, quando tutti sono felici e contenti, in zona mista si sfiora l'incidente diplomatico. Le domande sul tweet sono almeno due, come lo sono quelle sul rinnovo. Biglia, è bene saperlo, ha quell'aurea di santitá che hanno i campioni argentini (quasi tutti), è riservato, gentile, carismatico. Stupisce la sua voce carica e stizzita. Per capirci, ha le stimmate sante del Barcellonista pur non avendoci mai giocato, forse perché, in compenso, ha giocato eccome con la Pulga, Leo Messi, uno dei prodotti più puri della parabola catalana. Beh, anche i santi barcellonisti si innervosiscono, quando a far le domande gli sembra ci sia l'ultimo Inquisitore Mourinho in persona, e poi sono reduci da una trattativa di rinnovo con Lotito. C'è sempre qualche problemino, quando si tratta un rinnovo, mormora Biglia. Poi con Lotito, figuriamoci.

    Anche quando parla di Cataldi e Parolo (bene), del rendimento della squadra durante la sua assenza (benissimo), oramai sta recitando un rosario di rosicata* (arrabbiatura repressa a malapena contenuta, per i non romani), che gli ha fatto perdere l'entusiasmo dell'ennesima vittoria e del ritorno in campo.
    La colpa non è tua, Lucas. È che il paradiso, nonostante i colori, all'ambiente Lazio non piace troppo. Noioso, dare sempre voti alti, inventare aggettivi iperbolici. Sarà che sulle braci è sempre uscito il meglio, sarà per quello che gli eroi del -9 in B hanno lo stesso peso specifico di chi ha vinto scudetti e coppe. Te lo spieghiamo, una volta per tutte: alla fine, quando va tutto bene, forse in fondo in fondo, alla fine ci annoiamo. Almeno alcuni di noi. Preferiscono, alle favole a lieto fine, qualcuno che rosica male: è più reale, o forse fa meno male, dopo. E vissero tutti felici e contenti, tranne Biglia. 


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