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    Laziomania: Tare-Klose, chi sta mentendo?

    Laziomania: Tare-Klose, chi sta mentendo?

    Solo un grosso silenzio. La questione Klose-Tare ha aggiunto un pizzico di pepe ad un finale di stagione più agro che dolce. Ieri, a "Di Padre in figlio", dopo anni sono tornati a Roma altri due tedeschi che sono rimasti nei cuori dei tifosi: il centrocampista Thomas Doll e l'attaccante Riedle. Sorridono quando gli si chiede di Klose, perché in Germania c'è un certo fervore mistico attorno ad un suo possibile ritorno. Certo è che il suo epilogo in maglia biancoceleste è stato salutato con affetto dai tifosi, ma è una sorta di mistero buffo. 

    SCENARIO I: TARE MENTE - Il ds Tare lo ha ribadito più volte: ha proposto il rinnovo a Klose almeno in due occasioni, con tanto di biennale sul tavolo. Se mente, in parte o del tutto,  lo fa in maniera molto circostanziata, precisa, cronachistica. La sua ricostruzione dei fatti è meticolosa, e se Dr House direbbe felice che tutti mentono, le dichiarazioni di Tare sanno tanto di precisione. Motivazioni a mentire: sarebbe una brutta figura, tremenda, non aver neanche parlato di rinnovo con una stella prestigiosa e carismatica del calcio mondiale, di nome Miroslav Klose. O di non averlo fatto come Klose meritava, pretendeva. 

    SCENARIO II: KLOSE MENTE - Ha ribadito in due occasioni che no, il rinnovo non gli è stato proposto. In bilico già prima della scorsa stagione, il tedesco dei miracoli e dei record lascerà Roma perché ha ancora voglia di giocare, e lo ha dimostrato nell'ultima parte di stagione, e ha voglia di una destare ancora stupore, a 38 anni quasi suonati. Motivazioni a mentire: potrebbe aver deciso di togliersi l'ultimo, appuntito sassolino dallo scarpino. Qualcosa deve essere andato terribilmente storto, per portare uno come Miroslav Klose a sconfessare con vigore quello che la società ha appena annunciato in pompa magna. Se Klose non sta dicendo tutta la verità, allora la società Lazio deve sentirsi terribilmente arrabbiata, delusa, e solo nel nome di un rapporto di cinque anni, nel nome di un campione assoluto, sta trattenendosi dal gridare. Se Klose sta dicendo non sta dicendo tutta la verità di proposito, allora Miroslav Klose deve sentirsi terribilmente arrabbiato, deluso, e non è riuscito a trattenersi dal lanciare un unico affondo, un unico silurante grido di protesta. Ed ora, che si spengono le luci sul palco, almeno in Italia, di uno dei calciatori più prestigiosi di sempre che abbiano calcato questi campi, questi stadi, sentire, dopo quest'unico grido, dopo questa rabbia nascosta, il silenzio, è forse la sconfitta più terribile di questa sfortunata stagione. 

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