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Laziomania: Tare, basta con gli amici 'del giaguaro', e basta con Lulic!
CAICEDO DAVVERO SUL MERCATO? - La domanda che dovremmo farci è semplice: questo é davvero un giocatore che può essere messo sul mercato? Davvero la Lazio non ha un'idea migliore che non sia Muriqi? Tare é stato piuttosto chiaro, innesti non ce ne saranno, almeno a sinistra, e non mi sembra abbia dichiarato intenti bellicosi per questa finestra di mercato. Vitale: la squadra ha fatto il suo, Inzaghi pure, ora tocca alla società. Deve dare nuova linfa, in un contesto che - tra stipendi non corrisposti e malumori vari - sta contribuendo passivamente a picconare. Ora é il turno di Tare: mi sgolerò inutilmente, ma ora serve mercato. Senza se, senza giustificazioni, senza questo scheletrico presenzialismo alla TV. Colpi, veri, concreti, forti. Ora.
LUIS ALBERTO SUPERNOVA - Anche perché la squadra ha dato un segnale. Quando Luis Alberto gioca così, mi ricorda quanto sia bello il gioco del calcio per chi lo sa giocare. E sono pochi, pochissimi, che sanno davvero sussurrare al pallone quelle cose giuste che lo fanno sussultare di pura emozione. Luis Alberto sa come solleticarci, come sfiorarci le papille gustative nella perenne speranza che questa fame sia saziata ancora da una sua altra giocata, una sua altra immensa intuizione. Come possa coesistere nella stessa squadra che fa quella cosa tra Strakosha e Radu é una perversione nata solo nella testa di Igli Tare, e di chi li mette in campo, e di chi non ha ancora preso un forte difensore centrale di piede sinistro. Il portiere però già l'hanno preso, e non è un caso se si sia a sua volta preso la titolarità.
IL RITORNO DI LULIC - La retorica del "nuovo acquisto Lulic", che avevamo annunciato in pompa magna, è già stata ovviamente messa in campo, in maniera prevedibile. Con tutto il bene possibile, aggrapparsi al ritorno di Senad Lulic, fermo da quasi un anno, è un orrore logico. Ok, l'anno é appena iniziato, le speranze fioccano e i regali donano gioia, ma non ci si prenda per fessi. Aver aspettato fino a gennaio un esterno di cui si cerca una successione di qualche tipo da anni é solo l'ennesimo tassello di un mosaico piuttosto tetro fatto di mercati toppati e ambizioni frustrate. Natale é passato, Igli, ma i regali servono. Alla squadra. All'ambiente. Ad Inzaghi. Tutti più buoni, a patto di riceverli. Tutti più buoni, non più fessi.
SPERANZE DI CLASSIFICA - L'avevamo detto: questa classifica rimane ancora aperta, spiragli ci sono, serve vincere. Ora la Lazio ha sbloccato il calcare di un lungo periodo piuttosto avaro di entusiasmo. Serve una reale opera di ricostruzione, una capacità di dare senso e una certa dose di magia ad un momento un po' down. L'avevamo detto: serve vincere, e serve uno sforzo concreto. Anche perché le altre non stanno esplodendo di vitalità: davvero questo Napoli e questa Atalanta hanno tutta quella continuità che serve per il quarto posto? Non che la Lazio abbia dato grandi dimostrazioni: forse solo la squadra della svolta potrebbe guardare davvero al quarto posto con fiducia. E la partita della svolta potrebbe essere la più dura, la più attesa, quella che tutti aspettiamo: il derby di Roma.
E ORA MERCATO - Finisco con una nota a margine, ma per me è quasi questione di dignità intellettuale. Dobbiamo davvero spiegare dove la Lazio deve intervenire sul mercato? Dai, lo sapete, lo sappiamo, lo sanno: fingere che sia tutto ok, che le cose belle giustifichino l'immobilismo colpevole deve essere un atteggiamento al passato prossimo. Mio nonno chiude sempre una nota barzelletta con la frase: "ma sei amico mio, o sei amico del giaguaro"? Il presente dice mercato, e chiunque vi spieghi, si sforzi, o é in malafede, o è disilluso, o semplicemente é un amico. Non vostro, non di questa squadra, non di Inzaghi. Questi sono amici del 'giaguaro'.