Laziomania:| La supremazia cittadina
Nel 1900, una sola squadra in ambito capitolino cercava avversari che potessero in qualche modo impensierire chi del calcio era pioniere nell'Urbe Eterna. Quando si disputò il primo derby, nel 1904, l'As Roma non era nemmeno nei pensieri e nei programmi dell'abruzzese Italo Foschi, forse perché aveva appena 16 anni. Lazio-Virtus fu decisa da una tripletta del capitano di quella Lazio, Sante Ancherani. Fino al 1927 sono stati giocati 143 derby, di cui 114 vinti dai biancocelesti. Da quel 1904, la Lazio dovette aspettare un quarto di secolo per avere un avversario che potesse darle fastidio.
Ma allora la supremazia capitolina era già stata stabilita. Una squadra 'nobile', fondata dal romano Luigi Bigiarelli, nata a pochi passi da Piazza del Popolo, precisamente in Piazza della Libertà, nel pieno centro di Roma. L'altra modellata su storie differenti: sette squadre fuse per crearne una sola, una miscela di culture diverse che si ritrovarono nel quartiere Testaccio alla fine degli anni '20. Il derby di Roma non è una partita normale per questi e tanti altri motivi: dura 365 giorni l'anno, e non ci si stufa mai di discutere su chi è il 'padrone' della città.
Domenica si giocherà l'ennesima gara che non vale solo una stagione. Arriva in una situazione particolare ed insolita, perché se la Lazio vive un momento positivo in campionato, forse il primo dell'era Lotito, dall'altra parte del Tevere si è sull'orlo di una crisi di nervi: tutti contro tutti, una società che non esiste e il paradosso di un'incertezza sul futuro che si fa sempre più... certa. La Lazio deve e può raggiungere un traguardo all'inizio della stagione insperato, ma che ora sembra alla portata, e la qualificazione in Champions passa indissolubilmente da questa stracittadina.
La squadra di Reja deve la vittoria a se stessa ma soprattutto ai propri tifosi, che sono stanchi di veder perdere - anche se immeritatamente - i loro beniamini. L'entusiasmo dei sostenitori è palpabile: lo dicono i biglietti, ad oggi praticamente esauriti, e una Curva Nord che sta tornando quella di qualche di anno fa. Il derby non si vince giocando bene, si vince giocando con il cuore e con la grinta, cosa che purtroppo è spesso mancata ai laziali.