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    Laziomania:| Fra 'tutele' ed errori arbitrali

    Laziomania:| Fra 'tutele' ed errori arbitrali

    Gli errori ci stanno, per carità, nessuno può essere perfetto né tanto meno infallibile, ma a volte il dubbio che il pianto paghi è quasi inevitabile. Dopo Chievo-Fiorentina di domenica scorsa Daniele Pradè, ex direttore sportivo della Roma ora ai viola, in tutte le televisioni e su tutti i giornali rilasciava dichiarazioni nelle quali chiedeva di essere tutelato, e si lamentava per errori arbitrali che effettivamente ci sono stati ma che certo non dovevano cambiare la gara di ieri.

    Lo stesso Pradè, lo ricordiamo, nella sua avventura in giallorosso ebbe l'opportunità di parlare al telefono con l'allora vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini, chiedendo quanto fosse grande l'arbitro della successiva sfida contro l'Atalanta (che regalò alla Roma la salvezza grazie al gol di Cassano, stagione 2004/05). Mazzini: 'Comunque troverai un ambientino... Meno male che tu sei tutelato molto... perché c'è un grande arbitro'. 'Quanto grande?', chiedeva Pradè; 'Grandissimo...' la risposta. 

    Telefonata che potrebbe dire tutto e niente, e che comunque - va precisato - non entrò mai a far parte della 'storia' di Calciopoli. Corsi e ricorsi storici? Forse no. Questa volta, semplicemente, il modo di fare di Pradè ha allertato il mondo arbitrale, che non poteva nuovamente sbagliare contro i toscani affinché non si allagasse di lacrime l'Italia del calcio. Non c'è malafede nella classe arbitrale, nessuno lo mette in dubbio, ma per giudicare professionisti sarebbe il caso che gli stessi giudici fossero altrettanto professionisti, perché lo squilibrio si sente eccome.

    Il pianto viola, anzi di Pradè - perché Montella, da gran signore qual è, si è tirato fuori da queste polemiche -, ha dunque fruttato e non poco, perché Bergonzi, in una partita mal giocata dalla Lazio nel primo tempo, nella seconda frazione ha condotto la gara nel verso sbagliato: un rigore non dato per fallo di mano di Cuadrado, un gol regolare non convalidato che avrebbe significato il vantaggio laziale, e due espulsioni, la prima generosa nel computo del doppio giallo, la seconda giusta ma che ha fatto ulteriormente innervosire gli animi.
     
    Non è giusto che sia un arbitro dilettante - per accezione e non per dileggio - a decidere come una partita debba andare: i protagonisti sono i giocatori, non i direttori di gara, che dovrebbero invece limitarsi appunto a dirigere. Detto questo, la Lazio doveva fare di più. Il goal di Liajic era probabilmente da annullare per offside di Jovetic, ma i biancocelesti nel primo tempo hanno sbagliato quasi tutto, non riuscendo a imporre il proprio gioco. La squadra di Petkovic è sembrata assente e fuori fase, poco concentrata e poco vogliosa. E questo non può accadere.

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