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Laziomania: questa Lazio decimata fa innamorare. Lotito tace, gli piace davvero il calcio stravolto dal virus?
LAZIO FEDELE - Pochi, ma fedelissimi. Inzaghi dirige una specie di reparto scelto di giocatori che applicano a menadito i suoi insegnamenti. La gara viene preparata al netto dell'emergenza che avrà cambiato tutto. Poco conta: intorno a Reina la Lazio è ordinata, compatta, attenta. Poche smancerie, l'ordine di scuderia è chiaro: qui si fa la stagione. Sull'altro versante di questo sport: non la prestazione mastodontica contro il Borussia, ma nel fango e nel sudore, nella fatica, nella corsa. Tutto sembra presagire questo immenso sforzo sovrumano, perfino il gol di Correa. Un piccolo capolavoro operaio, preparato in poco tempo, immaginiamo, ma attuato con ardore maniacale, con zelo. Una squadra fedele a quello che vuole il mister, fino all'ultima stilla di energia, fino all'ultimo cambio. In fondo, è una Lazio che suscita qualcosa nel profondo: un bel po' di amore, per dire. E un senso di rimpianto: con una vittoria, i nostri sarebbero stati primi nel girone, con mezzo piede già qualificato, ad una partita dalla fine del girone di andata. Ma chi di voi è laziale lo sa: questo non sarebbe stato per niente nel nostro stile.
INZAGHI HA PAROLO - Il nostro stile, per intenderci, è Akpa Akpro che corre come un pazzo per tutta la partita - ma non disdegna giocate fini - è Caicedo che gioca malconcio. Ma soprattutto, Inzaghi ha Parolo. Questo ragazzo di 35 anni che ha fatto il suo esordio in Champions League contro il Borussia inizia in mediana davanti alla difesa - come fece con l'Italia, in altra emergenza, altra era - termina da difensore centrale salvando di qua e di là. Correa ha terminato da esterno così come Pereira, Czyz il Primavera provava a sacrificarsi, Acerbi era ovunque. In generale, la Lazio in campo sembrava stare benissimo nonostante certi sguardi stralunati: a livello morale deve essere stata una botta brutta vedere tutti quei positivi. Mi verrebbe da dire che ha tirato fuori l'anima questa Lazio. Il nostro stile, per intenderci, è vedere facce stravolte che tirano fuori la fede: nei compagni, nel mister, nella maglia. Uniti. Fedeli. Pochi, ma tenaci, coriacei. Un piccolo capolavoro di trincea: peccato che una doppia leggerezza di Patric abbia rovinato tutto ma attenzione. Inzaghi non ci rinuncia mai perché è cresciuto, è attento, concede poco. Non gettategli la croce addosso: questa notte in Belgio è da ricordare per altro. Alla fine, in fondo, è un messaggio: la Lazio col Dortmund si può ammirare ed è stata sorprendente. Ma questa squadra così è un atto di fede, e chiama solo amore. Ho amato questa Lazio, me ne sono innamorato, ancora di più rispetto a quella contro il Dortmund. Proprio per come ha affrontato tutto questo casino: fedele, unita. Forse questo calcio non è il migliore possibile, questa Lazio nemmeno, ma per questa squadra vale la pena. Tutto quello che volete, ma vale la pena.