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Laziomania: siamo tutti de Vrij (ma l'Inter non è meglio della Lazio, su)
Lui ha scelto: preferisce Milano a Roma, l'Inter alla Lazio, il progetto tecnico di Spalletti (e di Suning) a quello di Inzaghi (e di Lotito e Tare). Perché? Molte delle dinamiche rimangono sue personali, ma sembra difficile credere che sia una questione solo di crescita. L'Inter attualmente non è meglio della Lazio, fatevene una ragione: lo dice il campo, e non da quest'anno. Lo dirà ancora domenica sera?
Si vedrà, intanto direi che le due stagioni a confronto, di Inter e Lazio, hanno dimostrato la grande qualità di un'idea di calcio, una logica interna coerente per tutto l'anno, contro il caos nerazzurro, le isterie di Spalletti, e una preoccupante assenza di una coerenza logica e geometrie di gioco divertenti. Non dovrebbero esserci dubbi su quale sia stata la squadra che effettivamente meriti un posto in Champions League. Per una serie di accidenti strani e autolesionismi per nulla strani nella storia della Lazio, comunque servirà un'ultima giornata, in un'Olimpico strapieno, falcidiati da infortuni e dubbi amletici (non vorrei essere Inzaghi, di questi tempi).
Quella di de Vrij è la scelta più discussa dell'anno. Nell'universo teenager nemmeno le scelte di Uomini e Donne hanno mai avuto questa risonanza gossippara. Sembra un po' la stessa scelta di Biglia o Candreva: un po' un progetto sposato a Milano, un po' magari un percorso finito a Roma. Poi Lucas è stato rimpiazzato e non ha di certo passato un anno spassoso con i rossoneri, ma il progetto è futuro, futuristico, chissà se avranno ragione, alla lunga. Per ora Biglia ha avuto torto.
Il dubbio che percorre l'ultima giornata alla fine è il dubbio di de Vrij. Certo fa sorridere amaramente il pensiero che le lunghe polemiche arbitrarie (quasi tutte giuste) abbiano sortito, unite ad una rosa non sempre ampia, tanti infortuni ed orrori difensivi, questo speciale finale. Molto da Lazio: duro, ansiogeno, sempre allerta, pronti ad un ennesimo colpo di scena da teatro. Con i big che cercano di recuperare, stringere i denti, il miglior difensore praticamente in terapia intensiva. Ma non in infermeria, proprio una robba da psicanalisi. Ma siamo tutti de Vrij, ora: deve giocare, lo ripeto ancora, ma ad una condizione.
Che levi a tutti dalla testa l'idea, piuttosto malsana, che la Lazio abbia attualmente qualcosa da invidiare all'Inter. Non siamo tutti de Vrij: la scelta, per percorso stagionale e qualità di gioco e bellezza estetica e gol e assist e talento espresso, se ci pensate, in realtà è facile. Solo che ora dovrà confermarla il campo. Lo diciamo adesso, per tempo: qualsiasi risultato arrivi domenica, la stagione della Lazio è da standing ovation. Eppure lo sappiamo tutti: l'ultima frase che ho scritto non è del tutto vera. Le vittorie morali scaldano il cuore per troppo poco. Siamo tutti de Vrij, in questa settimana. Nel senso che, al netto di tutto, forse questo è davvero un finale da psicanalisi.