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    Laziomania: choc Immobile, a Sarri serve un Mertens bis. E basta col giardinaggio

    Laziomania: choc Immobile, a Sarri serve un Mertens bis. E basta col giardinaggio

    • Luca Capriotti
    Quando si fa male Ciro Immobile, qualcosa nel cuore dei tifosi della Lazio muore. Strano a dirsi, ma il laziale semplice è più preoccupato di Immobile che del prato dell'Olimpico, o dello stato di saluto dei fili d'erba. Eppure lo shock di Immobile per ora non frana sulla Lazio. Si ferma il leader, il capitano, l'attaccante per cui mezza squadra gioca e l'altra mezza fa assist, e si fa male in una gara difficile. L'Udinese di Sottil – che non è una sorpresa, per chi lo seguiva all'Ascoli - è tosta, corre, mena, ha qualità e giocatori offensivi di ottimo livello. Dopo la maratona Sturm Graz il calendario ha regalato la rivelazione del campionato. E il caos ha regalato l'infortunio di Ciro Immobile, sinistro e che poteva rischiare di cadere addosso alla Lazio tipo slavina di emozioni negative, campo che si sgretola sotto ai piedi, e altro. 

    LA DIFFERENZA CON GLI ADDETTI AI LAVORI – Se a tutti e tutte è sembrato maledettamente difficile uscire dallo studio complicato delle espressioni di Ciro, dal suo gesto piuttosto eloquente e funereo, dall'altra parte gli addetti ai lavori in campo e fuori facevano le loro considerazioni. Lo ha detto Vecino, nel post-match: ci è voluto tempo per ricalibrare le azioni, i movimenti, le idee di fronte al grande vuoto di Ciro. Lo ha detto Sarri: sostituire uno come Immobile, con i suoi gol, il suo apporto, il suo sacrificio, il suo peso specifico, è impossibile. Da addetto ai lavori, devo però aggiungere: la Lazio non ci ha nemmeno provato. Anzi, gli ha tolto da dietro qualsiasi punta che segnasse, sgomitasse, cercasse spazio. Immobile alla Lazio è come Benzema al Real: è un campione, segna gol a raffica, ma dietro di sé ha una scia di giocatori non comprati, ceduti, andati via per non togliergli nemmeno una minima certezza. Le bestie da gol sono rare, e vanno nutrite di fiducia, stima incondizionata, amore puro, senza nemmeno l'ombra di una nuvola. La Lazio ha creato per Immobile l'habitat perfetto per farlo diventare uno dei più grandi goleador italiani di tutti i tempi. Quando salta Immobile, salta l'intera costruzione di anni di mercato insoddisfacente dietro di lui. Non c'è un vice Immobile a Formello. E ora Sarri dovrà inventarsi qualcosa, che non siano i commenti da giardiniere (e da vero addetto ai lavori, che sa quanto contano questi dettagli).

    GIARDINAGGIO E FORZA – Contro l'Udinese alla fine è arrivato un pareggio: certe gare, anche un po' sotto shock, anche spuntati, in qualche modo bisogna portarle a casa. Pur di smuovere la classifica, bisogna anche sapere che queste sono le partite preziose, su cui si costruisce. Non si vince sempre, e le sconfitte hanno un prezzo alto in termine di morale, tifosi, entusiasmo, clima, classifica. Alla Lazio servono questi pareggi duri. Ora ha una settimana il buon Sarri per preparare la temibile trasferta contro la miglior Atalanta degli ultimi anni, quella che sembra essere tornata a livelli altissimi, quei livelli che gli hanno fatto scalare il calcio che conta. 

    CHI SOSTITUISCE IMMOBILE - Mentre Lotito dovrà pensare al prato dell'Olimpico, fortemente criticato da Sarri, il nostro invece di riflettere sulle zolle e su come i suoi 700 passaggi a partita ne siano impediti, dovrà rimuginare su chi mettere al posto di Ciro Immobile. Le scelte non sono molte: dopo aver provato a lungo Cancellieri in ritiro, il nostro ci ha messo per ora Felipe Anderson. Il brasiliano ci prova, ma è proprio in un posto sbagliato, con la garra sbagliata. I difensori dell'Atalanta, avete presente? Immaginateli ora che si fiondano sul nostro sorrisino parrocchiale. Bene, ma non benissimo. Sembra più adatto Pedro, che però sull'esterno ha più possibilità di rendersi pericoloso. La mia? Cancellieri, e stop. Ha voglia, ha intensità, e ci prova. Contro l'Udinese ha fatto poche cose, ma estremamente giuste, compreso un movimento a cui è mancato solo il coraggio di produrre un assist nel cuore di Vecino. Sarri ha una settimana intera per pensarci, basta con le questioni sui fili d'erba, ora arriva il momento più delicato della stagione. Si è fatto male Immobile, e quando si fa male Ciro, qualcosa nei tifosi della Lazio, per quelle partite di assenza, muore. Servirà cervello e sapienza di Sarri per riconnettere quel vuoto col resto della squadra. Ora serve l'idea, un Mertens bis. Una pazza idea, non una sfuriata sulle zolle. Intuizione, e non botanica. Come quando al Napoli inventò un attacco di folletti pazzeschi. Servirà il miglior Sarri, per tappare una falla annunciata, che non è quella sul prato dell'Olimpico. Sarà il vero banco di prova di questo inizio di campionato, ci aspetta, è qui. E, per dirla alla Dante, qui si parrà la nobilitate di questa Lazio. E di Sarri.

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