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Laziomania: Sarri batte 800 milioni di fatturato, 'cancellato' Milinkovic
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UN MIX VINCENTE - Applicazione, carattere e organizzazione tattica. Il ‘gigante’ Bayern Monaco cade all’Olimpico per mano di una Lazio che getta il cuore oltre l’ostacolo e confeziona una partita perfetta, aggiudicandosi l’andata degli ottavi di finale di Champions League. Dopo i primi 90 minuti, i quarti di finale sono un po’ meno utopia, anche se il ritorno all’Allianz Arena sarà proibitivo e nel limbo tra il possibile e l’impossibile. La notte dell’Olimpico fa sognare Sarri, i calciatori e i tifosi della Lazio. Il ricordo amaro dell’ultimo Lazio-Bayern viene spazzato via da una prestazione monumentale che viene premiata dl successo, un 1-0 che alla fine sta anche stretto a Immobile e compagni. Una “sera dei miracoli” che dovrà essere necessariamente supportata da un bis in Germania il prossimo 5 marzo, ma regala risposte positive sulla crescita della squadra rispetto a tre anni e all’1-4 del 23 febbraio 2021.
CONTRO OGNI PRONOSTICO - Una Lazio praticamente spacciata. Dal giorno del sorteggio alle ore che hanno preceduto la gara dell’Olimpico, per molti il destino del doppio confronto con il Bayern Monaco era già segnato. Nessuna storia e qualificazione decisa già nella gara d’andata. La Lazio, però, ancora una volta si trasforma in Champions League e lo fa davanti ai suoi tifosi, nella notte di San Valentino, sfoderano una prestazione memorabile. Una serata indimenticabile per Maurizio Sarri, per i suoi ragazzi e per i tifosi della Lazio, che contro ogni pronostico vivono la gioia di una vittoria che riporta il Bayern Monaco (anche in Europa) sulla Terra e offre risposte positive e speranze ai biancocelesti in vista del futuro. E andrà come andrà a Monaco, qualcuno non avrà digerito un risultato incredibile quanto meritato, arrivato con la forza delle idee, del lavoro e del sacrificio.
ZERO TIRI IN PORTA - Kane, Musiala, Sané, Muller. Più Tel e Chuopo-Moting. Talento e gol in quantità infinita a disposizione del Bayern Monaco di Tuchel. Eppure una Lazio accorta riesce a non concedere nulla ai bavarese. Gila e Romagnoli, così come Cataldi, forniscono una prestazione straordinaria. Il risultato? Il Bayern chiude la gara con zero tiri in porta, con Provedel che non deve nemmeno sporcarsi i guantoni. Utopia alla viglia, realtà dopo i 95 minuti dell’Olimpico. Un vero e proprio muro biancoceleste che Kane e compagni non riescono a scardinare. Un lavoro incredibile di reparto e squadra intera, dai difensori agli attaccanti, che aiutano la squadra.
CRASH TEST - Corti, aggressivi, bravi a soffrire e a far male in contropiede. La sfida contro il Bayern Monaco rappresentava il ‘crash test’ e la vera prova del nove per la Lazio e per Sarri, per testare il livello attuale dei biancocelesti nel percorso di crescita. A quasi tre anni di distanza da quell’1-4 (in panchina c’era Inzaghi), match senza storia chiuso dopo appena 42 minuti all’Olimpico con le reti di Lewandowski al 9’, Musiala al 24’ e Sané prima dell’intervallo, la Lazio attendeva questa sfida dal giorno del sorteggio per riscattare quella disfatta e dimostrare a se stessa e agli altri di essere cresciuta e maturata. Un test superato, in attesa della gara di ritorno.
MILINKOVIC ‘CANCELLATO’ - Nei 95 minuti dell’Olimpico spicca la supremazia a centrocampo della Lazio sul Bayern Monaco. Guendouzi è ovunque e domina il reparto, insieme a Luis Alberto e Cataldi, tornato ad altissimi livelli, con i biancocelesti che stravincono la sfida in mediana con Goretzka e Kimmich. Un dominio totale nella parte nevralgica del campo che vede i tre biancocelesti giganteggiare al cospetto di due calciatori di livello assoluto. Cancellato il passato e soprattutto cancellata l’ombra di Milinkovic-Savic, che dalla scorsa estate aleggiava sui biancocelesti, in particolare nei momenti di difficoltà. Sarri ha trovato l’equilibrio giusto con il nuovo assetto tattico e il mix di qualità e quantità degli interpreti, individuando la chiave tecnico-tattica per colmare il vuoto lasciato dal serbo. Un’impresa ardua che nella notte contro il Bayern sembra essere giunta a compimento.
SARRI - La vittoria dell’Olimpico è la vittoria di Maurizio Sarri. "Ho una bella faccia da c...", ha dichiarato in conferenza stampa, rispondendo alla domanda sulle critiche ricevuto nell’ultimo periodo. Il tecnico biancoceleste si prendere una bella rivincita battendo una squadra che come ha sottolineato lui stesso fattura più di 800 milioni di euro. Davide contro Golia. Ancora un volta, l’allenatore toscano risponde presente nel momento decisivo e si toglie un’altra grande soddisfazione. Un successo su cui c’è nettamente la sua mano e la sua firma. E pensare che non molte settimane fa c’era chi parlava di esonero e cambio in panchina…
IL TRIDENTE - La Lazio vince col Bayern Monaco ed esce dal campo rammaricata. Sembra quasi un controsenso, ma in realtà è davvero quanto successo all’Olimpico. Se il centrocampo ha giganteggiato contro i bavaresi Kimmich e Goretzka, la serata di grazia degli attaccanti biancocelesti ha fatto la differenza. Ciro Immobile trasforma il rigore, ma prima fa un lavoro incredibile di raccordo, fulcro della manovra e pressing. “Inizia a star meglio fisicamente e tira fuori prestazioni sempre più valide” ha confermato Sarri. Senza Zaccagni, Felipe Anderson e Isaksen fanno impazzire la difesa del Bayern Monaco e raccolgono meno di quanto avrebbe dovuto. Se da una parte sono loro a confezionare l’azione del rigore, poi trasformato da Immobile, con il contropiede del brasiliano e la conclusione del danese col fallo di Upamecano, dall’altra prima l’ex Midjtylland e poi nel finale il numero 7 sciupano due occasioni colossali che avrebbero cambiato il discorso qualificazione. Due nei all’interno di prestazioni magistrali nelle due fasi e contro avversari di caratura mondiale. Il danese dribbla, salta, calcia. Il brasiliano aveva dato segnali molto positivi già a Cagliari e si ripetuto ieri sera, dimostrando di essere diventato un calciatore completo, ritrovandosi spesso in area di rigore, in fase di ripiegamento. Una versione tutta nuova che sta tra i segreti principali del successo della Lazio. Una ‘sera dei miracoli’ in cui c’è anche e soprattutto lo zampino del tridente biancoceleste.