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Laziomania: Sarri ancora una volta ci rimette al mondo
IL NUOVO - In un mondo di conferenze fotocopiate, di risposte scritte da chi fa le domande, questo allenatore è una levatrice di una nuova mentalità, che però alla fine è antica come le montagne: nuova per Roma, antica per chi adora il calcio. Non ha bisogno di scimmiottare i gegenpressing o i tikitaka, non deve convincerci, blandirci, comprarci o corromperci con regalini da pezzenti: ci tratta da pari, ci guarda negli occhi, ci dice il vero. Non tutto, quello che può e deve, ma quello che ci serve per respirare. Maurizio Sarri lo ha fatto di nuovo: ha sparato addosso alla nostra rabbia una conferenza stampa azzeccata, protettiva, precisa. E a noi non resta che imparare, perché mi sembra abbastanza chiaro che le nostre chiacchiere da bar siano parecchio rivedibili. Dobbiamo imparare. Anche a fare le domande in conferenza.
CABRAL - Ovviamente resta valido tutto: l'inadeguato supporto societario, la mancanza di una spalla nel ds, il calciomercato mediocre e affrettato. Le parole su Cabral sono chiare, limpide, uno del suo staff l'ha visto in maniera superficiale, è indietro. Scusate, se vi sembra poco. Il mercato è cascato addosso come un vaso da un balcone, ora bisogna sperare che dentro ci sia un qualche bel fiore. Lui per noi è stato chiaro, che manca sta benedetta punta se Immobile vuole tirare il fiato, ma soprattutto ha tirato una linea. E la linea la tira intorno alla squadra, per la squadra, ma anche per motivare la squadra. La squadra ha avuto protezione da alibi e influssi nefasti, ma è lo stesso gruppo di uomini che dovrà fare qualcosa di molto meglio. Queste stesse persone, con quei punti là, dovranno tirare fuori ben altro.
CONFERENZA MANIFESTO - Non è una conferenza, è una lezione di vita pratica, di quotidianità di spogliatoio. Non lo sto santificando: alla fine nel calcio parla sempre il campo, e il campo per ora non sta dicendo sempre quello che vorremmo sentire. La speranza deve passare dal campo, lui stesso lo dice. Ma, dopo questo calciomercato funesto e obliquo, e sospetto, questo Maurizio Sarri non si leva sassolino, non dà retta agli scemi delle dimissioni, ha un gruppo e lo mantiene. Quando ci diciamo che una sola è la speranza, una sola, la dobbiamo chiamare per nome. Se non Sarri, chi altro?