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    Laziomania: Saponara mi ha picconato la Ferrari

    Laziomania: Saponara mi ha picconato la Ferrari

    Una picconata che farebbe vacillare la muraglia cinese. Il gol da karateka di Saponara è peggio di una doccia fredda per la Lazio: ammazza l'umore, che era salito alle stelle dopo il gol pesantissimo di Immobile. Io ancora faccio fatica a mettere insieme i cocci. La partita contro la Samp, in quel momento, nella mia testa, si è dilatata all'infinito. I giocatori uno sull'altro, il ritorno verso il centrocampo, Ciro Immobile che ha dimostrato ancora una volta di potere e voler portare sulle spalle una creaturina ancora fragile, questa Lazio trascinata in un ritiro non punitivo certo, ad alto contenuto sociale, pieno di video, voci, tensioni. 

    Che non è servito niente: un altro approccio pessimo anche contro la Samp. Poi la Lazio ci mette tutto, con caos e confusione e fretta. Ma questa è la prima partita, la seconda inizia con la punizione di Luis Alberto, il braccio di Jankto, Immobile. E poi il tempo si è dilatato per me: quello che è successo dopo, stavo scrivendo da capo le pagelle, ho alzato lo sguardo in tempo per vedere un lancio lungo, e la picconata di Saponara. Parolo, che a fine partita aveva la stessa faccia nostra, spaccata da una tegola così dura da mangiare giù, ha provato pure a dare una qualche lettura positiva, del tipo spero che sia il punto che ci manda in Champions.

    Però ha detto pure un'altra cosa, forse ancora di più da sottolineare: basta paragoni con l'anno scorso, altrimenti questa piccola Lazio fragile finisce schiacciata sotto il peso di aspettative, delusioni, paragoni che non può sopportare. Questo corpicino con poca malizia, con tanti errori sul groppone, può uscire dal tunnel dello shock di Saponara solo se qualcosa succede. 

    Cosa deve succedere? Inzaghi deve dare segnali importanti: non è possibile ripresentarsi con caro vecchio Wallace, togliere una punta quando sei sotto (proprio come segnale), non è possibile avere un portiere che come minimo non parla, e non ti fa mai la parata decisiva. Strakosha non salva, e alla Lazio servirebbe un portiere, non un impiegato del catasto che ha difficoltà a trovare il coraggio di uscire dalla propria porta. 

    Questo urla di rabbia l'ambiente, e si fa fatica a trovare grinze nel ragionamento. Inzaghi deve scegliere: cambiare modulo vuol dire sacrificare senatori, in un momento delicato in cui averli dalla propria parte fa comodo. Inzaghi deve smettere di regalare giocatori agli avversari. La Lazio al momento del gol non era in superiorità numerica: Milinkovic non si può considerare a tutti gli effetti negli 11 in campo. Mi dispiace per i no di Lotito, ma ora il serbo deve gustarsi un po' di panchina. Belle le foto di gruppo, le conferenze stampa collettive, i ritiri sole cuore amore: ora bisogna vincere con rabbia e determinazione, se esistono, in questa Lazio. Se la picconata di Saponara sul cofano della Ferrari non l'ha spenta del tutto. 

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