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Laziomania: Sampaoli-Lazio, pro e contro tra 'Renuncia', Perón e Petkovic
PRO - L'ex ct del Cile tuonava contro la sua Federazione cilena, con cui si è lasciato a suon di penali da un milione di dollari, parlando di "dignità e onore". Dignità e onore, dicono di lui che sia il tecnico dell'impossibile: hanno scritto un libro su di lui, e su quella questione, non secondaria, che con lui tutti i giocatori rendono e danno il 40% in più rispetto a quanto abbiano mai reso. Jorge Sampaoli antepone al singolo il gruppo, Jorge Sampaoli crede nel concetto di unità d'intentim ed un credo assolutistico, crede nell'andarsi a prendere il pallone, conquistarlo, strapparlo agli avversari. Sa anche adattarsi al credo avversario, studia meticolosamente le partite, ammira Bielsa ma non è un fanatico assoluto di un solo modulo (neppure del famigerato 3-3-1-3 di Bielsana memoria). Versatilità, carattere, prestigio, gioco di squadra maschio, pressing alto, intelligente ("ho bisogno di almeno 5 giocatori intelligenti") concreto ma propositivo: questi i pro del mister argentino. Oltre ad un appeal internazionalista, ed un prestigio indiscusso
CONTRO - "La mia famiglia voleva uccidermi quando ho vinto con il Cile, contro l'Argentina", ed anche in Cile, quando si è saputo del suo milionario contratto, e che uno dei premi era stato depositato su un conto aperto nel Paradiso fiscale delle isole Vergini, non è che le cose gli siano andate meglio. Ha pagato il suo legame con il presidente della federazione, Sergio Jadue, accusato di corruzione nella sua scalata al Conmebol e alla Fifa. Con tanto di sputi all'aeroporto: "Renuncia", gli gridavano. Insieme a Guardiola e Luis Enrique è stato il lizza, nel 2015, per il premio come miglior allenatore dell'anno assegnato dalla Fifa: ma questo non è bastato, i media cileni, al contrario di quelli internazionali, dopo la vittoria della Copa America, unico titolo della storia del calcio cileno, si sono ferocemente divisi tra i suoi partigiani e i detrattori, tanto da chiamarlo, con tono di dileggio, il "casildense", con chiaro riferimento alla città argentina in cui è nato. Argentina, non cilena. Forse il problema è questo: dal tecnico dell’Unione, Pioli, Sampaoli divide, appassiona, sprigiona potenziale. Nella città eterna, questi potrebbero essere Contro, in una piazza che parla solo di calcio su radio e giornali, uniti al piccolo particolare che lui, in Europa, non ci ha mai messo piede per allenare, finora solo per cenare, fare il turista a Formello, e muoversi blindatissimo e segretissimo per le vie di Roma. Viene un po’ di tristezza, di fronte a questi internazionalismi, a questi scintillanti inventori di un calcio nuovo, mentre inzaghi, a bordo campo, allena. Bruceremo, o si brucerà anche lui, se dovesse arrivare? Ripensando anche, in fondo, al sorriso un po’ triste di Petkovic, altro profilo certo, ma comunque ammantato di internazionalismo. Guardando Inzaghi allenare, pensando a Sampaoli in visita a Formello, rimestando nell’anima il sorriso triste di Petkovic.