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Laziomania: Roma non vuole re, ma salvate Candreva
E dire che Candreva potrebbe essere re, qui a Roma. Perché del re, per la tifoseria biancoceleste, ha tutto: oramai tutti hanno perdonato i suoi bollori giovanili, perché è romano, ha dato tantissimo per questa maglia e per questa maglia ha segnato, speso, regalato giocate. Ultimamente, perfino ultimamente, nel baccanale infernale di questa stagione disgraziata, la sua toga è stata la meno inquinata, ha sempre provato a regalare uno scatto in più, una giocata in più, una voglia in più. Al netto del rapporto con Pioli, con la società, al netto di tutto, Candreva per la Lazio ha speso tanto, tanto quanto tutto quello che deve alla società biancoceleste, e forse anche oltre.
Ma ora, salvate Candreva. Lasciatelo andare. Oppure dategli una reggia, oppure convincetelo a rimanere. Sedetevi ad un tavolo con lui, buttate le offerte che ha su quel tavolo nel cestino, fermategli la penna mentre sta per firmare. Convincetelo ancora. Oppure lasciategli dare uno sguardo a Tor de Cenci, alla discesa della sua vecchia scuola, al suo primo campo praticamente bordo-statale, e poi lasciatelo andare. Che le bandiere, a Roma, sponda Lazio, sono come i Re. Splendono. Poi il pollice che prima era in alto, tutti lo puntano verso il terreno. Prima di allora, il re partirà. Leaving Rome never easy: e si dirà, il re è partito, W il Re. W Antonio Candreva.