Redazione Calciomercato
Laziomania: Provedel-gol nella leggenda contro ogni logica come Simeone
COSA ABBIAMO VISTO - Se vedete, se osservate, se pregate mentre Provedel fa quel movimento folle, con tempismo perfetto, fuori dalla sua normalità, da ogni logica. E lo asseconda un altro sbandato di questo calcio, un altro innamorato di questo pallone, innamorato della passione: asseconda questo contro-senso, questa sequela di atti totalmente fuori da ogni logica. Mette il pallone seguendo questo sbuffo di follia nell’ordinaria trincea granitica dell’Atletico, graffia la superficie muscolosa di questi ospiti durissimi con una traiettoria critica, nociva, tossica, anti-conformista. E quella stessa traiettoria non si accontenta di un depositario qualunque, non si cheta su una testa ordinaria, ma va a cercare il contrordine, il caos, il portiere che diventa attaccante e sigla il pareggio a partita battuta, cannibalizzando il suo unico collega in campo. Se vedete, se osservate Provedel mentre va sul pallone sembra tutto fuori posto, lui, il pallone stesso, gli altri intorno che sembrano andare lungo una corrente che Provedel ignora, anzi sfida. Ci meritiamo che la prima notte da Champions sia una cosa da ricordare, da raccontare ai nipoti, da dire e ridire, rivedere in tutte le lingue di X, in tutti i sogni. Guendouzi e Pedro che lo inseguono, Provedel che non si rende conto, non sa nemmeno cosa fare se non correre. Un casino, un gol è un casino dirà dopo aver schivato schiaffi, discussioni perfino su di lui, su uno dei migliori portieri della passata Serie A. Che proprio contro l’Atletico aveva chiuso la serranda, impedendo un raddoppio ingiusto con il primo miracolo di una serata santa.
COSA NON HA FUNZIONATO IN IMMOBILE - Come sempre qualcosa si è inceppato: la Lazio rimane in partita nonostante la sfortunata deviazione di Kamada, ma al rientro trova un Atletico molto più elegante, ordinato, preciso, che fa girare a vuoto e colleziona le migliori azioni della serata a Roma. La Lazio fatica, quando l’Atletico si mette basso non riesce ad incidere, Immobile annaspa tra tre centrali immensi, non si muove abbastanza bene, viene servito poco e male. Ha la palla buona per volontà divina, con una pallaccia persa dall’Atleti, può mettere a tacere tutti. Invece dimostra di nuovo di essere appannato, chiuso, stranito, fuori fase e nello stesso tempo forse fuori tempo, dimostra di nuovo che di questo Immobile qui, di questo impacciato, insicuro, la Lazio forse non ha più bisogno. E forse bisognerebbe guidarlo, aiutarlo, supportarlo, farlo giocare meglio, assecondarlo di più. Sarri decide di non toglierlo, non mette Taty Castellanos, ma per quante altre volte lo farà? Duro dirlo, ma questo Immobile non è stato in grado nemmeno di segnare una roba così facile. Ci uniamo dunque al coro di chi lo vuole fuori da tutto, da anni? No. Però dobbiamo pure aiutarlo: la Nord dopo il gol sbagliato lo osanna, i compagni devono aiutarlo. E possono farlo in un solo modo: facendogli fare gol.
ALTRE BUONE IMPRESSIONI - La Lazio lascia good vibes, al di là del risultato pazzesco finale, di Provedel, di questa incisione nella leggenda di cui siamo tutti testimoni. La Lazio rimane lucida, in partita, non si fa travolgere. Traballa, quando l’Atletico si mette meglio, palleggia. Ma trova passione, nerbo, forza nel finale. E lo fa grazie agli strappi di Isaksen e Lazzari, lo fa grazie alla falcata ondeggiante di Guendouzi, alle sue sciabordate , ai suoi caracollamenti improvvisi e coraggiosi. La Lazio lascia buone impressioni perché ha un 10 che ha tutta la responsabilità tecnica della squadra e ne è il centro raffinato, palpitante, totalmente inadatto alla vita sociale e social eppure intrecciante relazioni intense col pallone, con quel terzo tempo a 100 all’ora di Provedel, con quell’intuito pazzo che gli fa capire che quello è il testone da ricercare, quella la falcata da premiare, quello il cross delizioso da inserire di diritto nella leggenda. Proprio contro Simeone, la Lazio trova un gol col portiere allo scadere e il suo primo punto Champions.
Ve se litigano, dicevano i romanisti: certo, ci si litigano le prime pagine di tutti i giornali europei. Proprio contro El Cholo, l’uomo dell’impossibile rimonta dal -9 alla Juve proprio a Simeone che concretizza in una settimana un miracolo sportivo poi sublimato da Calori sotto il diluvio di Perugia, proprio contro quel Simeone osannato e applaudito perché ha sfidato ogni logica, la Lazio contro ogni logica e pronostico e idea va a segnare col portiere il primo gol di questa Champions League. Vale la pena vivere, vivere il calcio per una notte così. Vale la pena pararle tutte dalla vita, se poi segni in una notte dei Campioni.