La sintesi del momento Lazio è tutta nel titolo dell'articolo. Pioli è entrato in un tunnel dal quale sembra non riuscire ad uscire. Le colpe non sono solamente le sue è chiaro ma di responsabilità sicuramente ne ha nelle scelte, probabilmente nella preparazione fisica e certamente in quella mentale. La Lazio è diversa da quella dello scorso anno, è una squadra che non trova nel compagno quell’aiuto di cui necessita. Le polemiche sulla fascia da capitano, quelle sul gioco, quelle sul mancato passaggio o su quello fatto male. Le sfuriate di Lotito e di Tare a Formello sotto l’occhio indiscreto della stampa, i ritiri forzati e la consapevolezza che già era stata smarrita ad inizio anno, prima della Supercoppa Italiana. Fu Parolo a lanciare il grido d’allarme quando disse che a questa squadra sembrava mancare la voglia e la coesione. Non sbagliava il centrocampista della nazionale: ieri ad esempio Candreva c’è cascato di nuovo, questa volta anche con Cataldi e Mauricio, la lite con Murelli il secondo di Pioli no è passata sotto silenzio, se ne sono accorti tutti: imputati erano Pioli e le idee che non ci sono né in campo né fuori perché se si arriva a tanto, in panchina, ancora una volta dopo quanto successo con il Milan evidentemente alcuni concetti che vanno oltre il rettangolo verde non sono così comprensibili. In tutto questo però c’è una società che ha lasciato solo il mister, che in tutti questi giorni non ha mai fatto una dichiarazione pro Pioli del tipo: ‘Puntiamo su questo allenatore. Lui è il presente ed il futuro della Lazio’. Qualcosa insomma che mettesse in chiaro le gerarchie, per far capire alla squadra che c’è poco da fare anche se qualcuno non è contento deve adattarsi. Non lo ha fatto perché sembra che il compito l’abbia concluso con la fine del mercato non migliorando la squadra. Per il resto non è più competenza societaria, hanno dato la colpa a Pioli, agli arbitri, ai tifosi, ai giocatori ma di assumersi una responsabilità proprio non se ne parla. Questo sarà il 10 anno zero per la Lazio ed il prossimo l’undicesimo ed ancora, ancora, ancora...